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Università di precari per precari Marta Rapallini* Il disegno di legge Moratti-De Maio, approvato in commissione alla Camera in luglio, non è che l'ennesimo attacco al sistema pubblico d...
Università di precari per precari
Marta Rapallini*
Il disegno di legge Moratti-De Maio, approvato in commissione alla Camera in luglio, non è che l'ennesimo attacco al sistema pubblico dell'Università e della Ricerca. La discussione alla Camera del provvedimento, messa in calendario il 13 ottobre, è stata rinviata a dicembre. Non è molto, è vero, ma il tempo così guadagnato può diventare prezioso se impiegato per allargare il fronte dell'opposizione al disegno di legge.
Il provvedimento doveva essere una delle risposte concrete del governo alle richieste dell'Europa: aumentare gli investimenti in ricerca e aumentare il numero di ricercatori rendendo appetibili le loro condizioni di lavoro. In realtà il provvedimento abolisce il ruolo dei ricercatori a tempo indeterminato e precarizza all'infinito la professione (prevede fino a 29 anni di precariato!). Quanto al reclutamento di nuovi ricercatori torna il mega-concorso nazionale senza nessuna garanzia né di trasparenza né di seria selezione. Abolendo poi la distinzione tra tempo pieno e tempo definito per i professori universitari il provvedimento riesce contemporaneamente a favorire chi dedica meno tempo all'attività universitaria e a minare la capacità di attrarre risorse dell'università in un momento in cui le risorse sono una vera emergenza.
È necessario invece investire in ricerca, giungere ad un vero stato giuridico della docenza con chiari diritti e doveri dei docenti di cui nel provvedimento, al di là che nel titolo, non ve ne è traccia. Serve e subito una seria valutazione per governare meglio le università pianificando investimenti e reclutamento. Serve aprire le porte ai giovani che sono l'investimento per il futuro.
Il mondo universitario sta reagendo con forza, e noi siamo con loro, contro la devastazione dell'università programmata e portata avanti da questo governo, ma le ricadute di queste politiche del governo saranno più ampie del solo mondo accademico e investiranno la società intera. Non sono solo in gioco gli imprescindibili diritti dei lavoratori delle Università ma è in gioco il ruolo che l'Italia sarà in grado di svolgere nell'Europa del futuro. Questo deve essere chiaro a tutti.
*responsabile università e ricerca
Ds toscani