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Unità/Firenze: Tagli alla scuola, la Cgil:«Quattromila posti in meno 1.450 solo a Firenze»

Le stime sulle ricadute del decreto Gelmini in Toscana Sindacati sul piede di guerra: «Non deve essere convertito»

06/09/2008
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l'Unità

Silvia Casagrande / Firenze

«4MILA cattedre circa della scuola primaria toscana, 1450 nella sola provincia di Firenze». Ecco gli effetti che i tagli alla scuola pubblica avranno nella nostra regione, sulla base delle stime elaborate dal segretario provinciale Flc/Cgil Alessandro Rapezzi, che le

ha presentate ribadendo il totale dissenso del sindacato sull'articolo relativo al maestro unico e alle 24 ore settimanali inserito a sorpresa nel decreto legge sulla riforma scolastica. «Nella nostra provincia ci sono 1.800 classi di scuola primaria, di cui 1100 a tempo pieno (due insegnanti a classe per 40 ore settimanali) e le restanti 700 a tempo modulare (30/32 ore con tre docenti su due classi) - ha spiegato Rapezzi - un totale di 3250 insegnanti, contro una domanda post-riforma di 1.800: 1450 docenti dovrebbero essere collocati ad altri incarichi». Anche se il ministro all’istruzione Gelmini ha più volte dichiarato di non voler «toccare» il tempo pieno, la Cgil sottolinea come le 24 ore di lezioni settimanali siano indicate nero su bianco nel testo del decreto: «l’alternativa pomeridiana promessa dal ministro non sarà di lezioni, magari si riferisce al doposcuola, ma non sono affatto la stessa cosa».

«Lotteremo contro il decreto 137 - precisa il segretario generale Flc-Cgil di Firenze Alessandro Rapezzi - non solo per difendere i tanti insegnati e addetti Ata che perderanno il posto di lavoro, ma anche e soprattutto per salvaguardare il diritto all’istruzione dei bambini».

«Sul fronte occupazionale la situazione sarà comunque tragica - prosegue Rapezzi - i precari saranno i primi a saltare, a cominciare dai 350 supplenti annuali per la scuola primaria chiamati la scorsa settimana a lavorare nella provincia di Firenze. Negli anni successivi, poi, le assunzioni verrebbero bloccate fino alla ricollocazione degli esuberi. Oltre agli insegnanti bisogna pensare ai tanti custodi, addetti delle pulizie e della mensa che non saranno più necessari».

La Cgil chiede che si riapra la dicussione in parlamento e annuncia battaglia contro il decreto, che «non può essere convertito». Partirà nei prossimi giorni una campagna di informazione e raccolta firme nelle scuole e tra i parlamentari di qualsiasi schieramento. Se i Cobas hanno già annunciato uno sciopero nazionale per il 17 ottobre, la Cgil ha intenzione di organizzare una manifestazione, anche di carattere nazionale, entro i primi del prossimo mese, giorni in cui è prevista la conversione del decreto.


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