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Unità/Firenze: Pisa, i precari dell’Università non mollano

Martedì tutti davanti al Rettorato protesteranno contro le mancate assunzioni di nuovi professori

11/11/2007
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l'Unità

di Valeria Giglioli / Pisa

DUEMILA «fantasmi» indispensabili al funzionamento dell'ateneo: i precari dell’Università di Pisa non mollano. E proseguono la mobilitazione, in vista dell’appuntamento di martedì, quando al rettorato si riunirà per la prima volta il nuovo cda. Dopo il volanti-

naggio, l’Assemblea pisana dei precari della ricerca e della didattica ha scritto una lettera aperta «che è stata spedita - spiega uno dei componenti, Carmelo Calabrò - a tutti gli indirizzi di docenti e personale dell’ateneo che siamo riusciti a trovare». Una diffusione capillare cui non sono mancati riscontri. «Abbiamo ricevuto diverse risposte interessate e puntuali». I precari tornano a puntare il dito sulla gestione delle risorse destinate al personale, sostanzialmente raddoppiate del giro di 11 anni, mentre l’organico è cresciuto di sole 101 unità. «Negli ultimi anni l’ateneo ha favorito gli avanzamenti di carriera, non il reclutamento - spiega Cristina Passetti, dell’Assemblea - Come dimostra l’autovalutazione disponibile on line, la maggior parte delle risorse è stata assorbita da avanzamenti e scatti di anzianità. Le unità che si sono aggiunte all’organico sono una goccia nel mare, il 3%». Ma c’è altro: «Sono state impiegate risorse - continua Passetti - per prepensionamenti incentivati, che peraltro hanno determinato un ulteriore disavanzo nel bilancio dell’ateneo. Ai docenti che hanno fatto questa scelta sono stati attivati contratti di collaborazione fino a 5 anni, gravando ancora sui conti. E il budget liberato è stato usato per nuovi avanzamenti». Tra le richieste nella lettera aperta, un cambiamento di rotta sulla ripartizione delle risorse e sul reclutamento. Ma i precari reclamano anche un chiarimento sulla situazione dei conti dell’ateneo. Che, avendo superato il limite di spesa per il personale (il 90% del fondo di finanziamento ordinario, peraltro bloccato da qualche anno), rischia di perdere il finanziamento ministeriale (ad ora in stallo per lo stop della Corte dei conti) per l’assunzione dei ricercatori, che consentirebbe di bandire 30 concorsi. «Visto il danno rilevante per il sistema universitario pisano - scrivono i precari - è fatto obbligo agli organi di governo di rivedere i conti e, in caso di un’effettiva conferma dell’eccedenza, di analizzarne e comunicarne apertamente le cause». Intanto l’Assemblea si riunirà nuovamente domani, per decidere le iniziative in occasione della seduta del Cda. «Martedì saremo davanti al rettorato - conclude Calabrò - e chiederemo di intervenire per consegnare al nuovo cda il nostro documento


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