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Unità-Firenze-No alla scuola leghista della moratti

No alla scuola leghista della moratti Beatrice Magnolfi* Il nuovo art. 117 della Costituzione italiana, se confermato dai previsti passaggi parlamentari, offrirà alle Regioni competenza e...

07/10/2004
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l'Unità

No alla scuola leghista della moratti

Beatrice Magnolfi*

Il nuovo art. 117 della Costituzione italiana, se confermato dai previsti passaggi parlamentari, offrirà alle Regioni competenza esclusiva nel determinare il 15% dei programmi scolastici, con contenuti "di interesse strettamente regionale". Mentre si discuteva di una modifica così significativa del sistema dell'istruzione, non erano presenti in aula né il Ministro Moratti né il sottosegretario Aprea. Se ci fossero state, avrei voluto chiedere in che cosa consistano, secondo loro, i programmi di interesse strettamente regionale e perché ci sia bisogno di metterli nella Costituzione. Non per polemica, ma perché davvero non riesco a capire.
Non capisco, ad esempio, come si fa a distinguere le discipline e gli argomenti di interesse regionale da quelli che rientrano nell'alveo della cultura italiana, che si può chiamare "nazionale" solo in quanto prodotta dall'insieme dei territori in cui vissero i nostri antenati, molto prima che si affacciasse la stessa idea di nazione che proprio la scuola unitaria ha contribuito a rafforzare.
È ovvio, ad esempio, che il contributo di Firenze e della Toscana tutta, nel Medioevo e nel Rinascimento, non può in alcun modo essere considerato di interesse regionale, ma anche nelle epoche precedenti (gli etruschi?) e in quelle successive è difficile pensare ai luoghi, ai titoli e ai nomi della cultura toscana come a qualcosa che non sia strettamente legata alla cultura nazionale o addirittura europea: anche Pinocchio e Giamburrasca sono tradotti in tutte le lingue! Grazie a Dante e Manzoni (che sciacquò i panni in Arno), da noi non c'è neppure il dialetto, che del resto è già tutelato dalle norme a favore delle minoranze linguistiche. Alcuni comuni padani finanziano corsi sull'identità locale, sul costume e perfino sulla gastronomia: pregusto già seminari sulla ribollita e analisi semiologiche sui titoli del Vernacoliere, ma non mi pare materia costituzionale.
Questa maggioranza non si è neppure accorta che c'è già l'autonomia scolastica, che non solo consente, ma incoraggia un'offerta formativa differenziata. Aiutare gli studenti a scoprire il mondo partendo dall'osservazione della realtà più vicina: i consigli scolastici e gli insegnanti ci pensano da soli, senza che glielo ordini la Costituzione di Berlusconi. Non capisco neppure quali organismi regionali dovranno escogitare questi nuovi programmi, senza scadere nel dirigismo burocratico o nell'accademia di provincia. Infine, non capisco da quale parte dell'attuale offerta formativa dobbiamo ritagliare il 15% di programmi locali. La cura Moratti per la scuola ha già comportato tagli e sforbiciate: alle supplenze, al tempo pieno, alle lingue straniere, alla storia del Novecento. Si è salvato Darwin per miracolo! Dove taglieremo ulteriormente? Quale parte del "Portfolio" verrà sacrificata per fare spazio ai riti celtici (con cui si è sposato il ministro Calderoli) e ai cori di montagna? E con quali conseguenze?
*Parlamentare DS


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