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Unità/Firenze: Bambini, genitori e insegnanti contro la Gelmini

L’assessore regionale Simoncini: «La Toscana ricorrerà alla Consulta per difendere le proprie competenze in materia»

05/10/2008
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l'Unità

Corteo e raccolta di firme nel centro di Pontedera per dire no alla riforma varata dal ministro del governo Berlusconi
/ Pisa

«Non si risparmia sui bambini, no ai tagli della Gelmini». E ancora: «I have a dream: Gelmini go home». C’era anche questo sui cartelli e gli striscioni che hanno sfilato ieri mattina per il centro di Pontedera. Il corteo, cui hanno preso parte bambini, genitori e insegnanti di molti comuni del pisano, ha voluto da un lato ribadire con forza il “no” ai cambiamenti previsti dal decreto soprattutto per quanto riguarda il maestro unico e dall’altro chiedere la salvaguardia della scuola pubblica. Il comitato ha raccolto al momento 500 firme che saranno inviate al ministero della Pubblica istruzione per chiedere l’abolizione del decreto.
Temi, questi, sui quali ha voluto ribadire la propria posizione anche l’assessore regionale all’istruzione Gianfranco Simoncini. L’occasione è stata la presentazione, a Vicchio, del progetto della nuova scuola media comunale, un progetto realizzato in collaborazione con la Fondazione Michelucci e concepito dopo una lunga fase di ascolto delle esigenze di chi la scuola la vive tutti i giorni. «Al laboratorio - ha spiegato Simoncini - hanno partecipato insegnati, studenti e genitori. Ciascuno ha detto cosa avrebbe voluto dalla nuova scuola ed in base alle richieste sono stati fissati dei parametri cui si sono dovuti attenere tutti i progetti per la realizzazione. È la dimostrazione di una sensibilità per il processo partecipativo che c’è in Toscana e che, invece, il governo non ha avuto, intervenendo sulla scuola a colpi di decreti e determinando così la dura reazione di insegnanti e genitori». L’assessore si è infine detto «fermamente contrario a questa riforma» e ha preannunciato che «per difendere le proprie competenze in materia di istruzione la Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale». Secondo Simoncini, infatti, il decreto Gelmini «colpisce la qualità del progetto formativo e la concreta vita delle famiglie, consegnando loro i bambini alle 12.30». Un fatto, questo, che «colpisce duramente l’occupazione femminile e determina nuove ingiustizie sociali tra chi potrà permettersi scuole private o interventi privati nel pomeriggio e chi non avrà le possibilità per farlo». f.san.


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