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Unità: Fioroni: «Portiamo le classi allo stadio»

Numero verde e «vedette» contro il bullismo

06/02/2007
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l'Unità

di Massimo Franchi

Si parla di bullismo ma la proposta più significativa arriva sugli stadi: «Sarebbe bello che le squadre consentissero di far frequentare le classi con insegnanti e genitori nelle curve: ci sarà qualche introito in meno, ma il calcio ne guadagnerà sicuramente». Il sasso è lanciato dal ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni all’interno di un discorso sul ruolo di tutto lo sport «per educare alla sconfitta, al rispetto delle regole, per imparare lo spirito di squadra». E in questo senso arriva anche l’altra proposta di Fioroni: «Sarebbe anche bello vedere che dopo una partita ci si rischiera di nuovo perché non c'è stata una guerra con vinti e vincitori ma semplicemente una gara che si potrà ripetere senza bisogno di violenze», come avviene già in molti sport, rugby prima di tutti. Le proposte sono diventate ufficiali grazie alla lettera al ministro dello Sport, Giovanna Melandri, al commissario straordinario della Federcalcio, Luca Pancalli, e al presidente del Coni, Gianni Petrucci. Le reazioni per ora sono positive, anche se dalla riunione del pomeriggio non è venuto fuori niente di ufficiale.
Un cambio culturale per salvare il calcio, dunque. La medicina è la stessa per combattere il bullismo e la violenza nelle scuole. «Il prerequisito è sempre la vigilanza democratica e una partecipazione convinta degli altri studenti e dei docenti contro i violenti». Per il resto il ministero ha messo insieme 4 linee di indirizzo per un budget di 2 milioni di euro. Una campagna di comunicazione che prevede azioni mirate per ogni ordine e grado di scuola con il coinvolgimento di stampa, radio e tv; un Osservatorio permanente in ogni Regione per monitorare il fenomeno, un numero verde (800669696) con in linea esperti e psicologi e un sito internet (www.smontailbullo.it) per fare rete fra tutte le scuole. Infine sanzioni disciplinari «eque, tempestive e proporzionate alla gravità delle azioni compiute»: sospensioni non superiori a 15 giorni, con deroghe in casi di particolare gravità, ma soprattutto la previsione di punizioni che offrano percorsi educativi di recupero.


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