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Unità: Fioroni accusa: basta «riformite», così la scuola frana

Il ministro: non sia un perenne Colosseo. E lancia la parità. Ma la Cgil contesta: prima la laicità

01/03/2008
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l'Unità

di Maristella Iervasi / Roma

RILEGGE le politiche scolastiche ripercorrendo la vita dei 500mila studenti italiani che a giugno faranno l’esame di maturità. Ragazzi nati nel 1989 mentre cadeva il
muro di Berlino, e che hanno già sul «groppone» 14 ministri della scuola, 6 cambiamenti di linea politica, 6 riforme degli esami. Il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, sceglie questa immagine e il convegno «Scuola insieme, un patto per l’educazione» presso l’antica scuola dei padri Scolopi a Roma, per addossare alla «furia riformatrice» il «disastro» scolastico su competenze e saperi degli studenti di oggi. «È ora di dire basta alla “riformite” dei governi che si sussegono!». Una “riformite” che secondo il ministro ha portato alla «perdita della bussola e di punti di riferimento valoriali» nei ragazzi, negli educatori e nelle famiglie. «La scuola - ha sottolineato Fioroni - non può essere il terreno di battaglia delle opposte fazioni politiche. La scuola non può essere un perenne Colosseo». Da qui l’appello per un patto bipartisan, affinchè chiunque vinca le prossime elezioni metta al primo posto nell’agenda l’emergenza educativa e della scuola, invervendo la rotta.
«Sono maturi i tempi - ha detto Fioroni - per prendere un impegno su alcune questioni fondamentali. Non si tratta di fare larghe intese, nè inciuci nè pastrocchi in salsa “ma-anchista”: siamo chiamati ad educare non a litigare». Ed ecco i 4 punti da condividere, pur con la propria peculiarità politica, «ma senza cambiare i cardini della bussola»: serietà e merito, vera autonomia, realizzazione della parità, nuovo sistema di formazione, reclutamento e carriera dei docenti. Tutti principi «che ho raccolto in questi 20 mesi da ministro - si è affrettato a precisare Fioroni -. Sos che la scuola stessa ha lanciato e ha chiesto di raccogliere». Una mossa di equilibrismo senza uguali, visto che il tema della parità è tra i 4 indicati il punto più delicato. Immediata dunque la presa di posizione di Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil: «La legge sulla parità fissa già un confine netto e non introduce alcun principio di sussidiarietà. La proposta Fioroni significa privatizzare ciò che oggi è pubblico. Le priorità per l’istruzione sono altre e devono partire dalla Costituzione: laicità-libertà, istruzione statale, qualità e personale: formazione, reclutamento e retribuzioni».


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