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Unità: Fini no-limits: «Gli insegnanti?Frustrati ed eversori»

Il leader di An a Bologna attacca gli statali: deve essere più facile disfarsene. «La città? Va bonificata, con gli idranti»

10/07/2007
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l'Unità

di Antonella Cardone/ Bologna

«MA CI RENDIAMO conto che i nostri figli sono in mano ad un manipolo di frustrati che incitano all’eversione?». Gianfranco Fini scandisce bene le parole quando, convinto di non essere ascoltato dai giornalisti, rinfresca le idee ai suoi militanti su quel che
pensa degli insegnanti. E tira fuori lo spirito che mostrava dieci fa, era il 1998, quando fece la celebre uscita, in diretta tv, sui maestri gay che «andrebbero licenziati».
Sarà che Bologna è la terra di Fabio Garagnani, l’onorevole forzista degli affondi contro «gli insegnanti comunisti», ma ieri Fini non sembrava affatto il posato politico che vuol apparire. E dunque dàgli agli professori «cattivi maestri». La dichiarazione, riferisce l’agenzia Dire che è riuscita a infilarsi nell’evento off limits cui era ospite Fini, un pranzo al Circolo della caccia con lo stato maggiore di An Bologna e altri ospiti dell’alta borghesia cittadina, è arrivata nell’ambito di un più ampio affondo contro i dipendenti statali, i «fannulloni», che giusto a maggio si sono visti rinnovare la parte economica del contratto. La ricetta anti parassitismo negli apparati pubblici, per il leader di An è elementare: il contratto degli statali deve contenere regole che impegnino i lavoratori «a più mobilità più produttività», e pure qualche postilla che «renda più agevole disfarsi» di chi scalda posti e poltrone.
Sempre in tema di lavoro, poi, Fini ne ha anche per il compagno di partito, della minoranza interna, Gianni Alemanno, ex ministro alle politiche agricole che nel passato governo regalò una maxi assunzione nel corpo forestale. «Diciamolo chiaro e tondo»: quella operazione venne fatta «per vincere le elezioni in Calabria».
Il leader di An ha parlato poi delle prossime amministrative di Roma chiarendo che «al momento» non è lui l’asso che la Cdl intende calare, escludendo anche una sua candidatura per le elezioni a Bologna nel 2009: «Non ci si inventa sindaco», garantisce.
E in pasto alla stampa, nella giornata bolognese che ha dedicato per un tour nella "giungla" della zona universitaria, dove era stato invitato dai comitati di cittadini antidegrado, Fini ha anche lanciato altre cose. Ad esempio la sua idea per trovare soluzione al problema del degrado dell’area universitaria, per le cui strade ogni sera in cui non faccia troppo freddo frotte di giovani si attardano bevendo birra, fumando e chiacchierando ad alta voce. Portando con sé i problemi dello spaccio e della sporcizia della zona. Per ovviare a tutto ciò, ecco il suggerimento: «Servono gli idranti, nel senso letterale del termine». E una seria «bonifica» («So di usare un termine forte», ammette il leader di An) si fa così: «Fuori gli sbandati: per i senza fissa dimora, i punkabbestia e chi non ha un reddito certo - elenca - serve il foglio di via. Che se ne tornino da dove sono venuti». Dichiarazioni che passano sotto l’assordante silenzio degli stessi alleati dell’opposizione bolognese, mentre il sindaco Sergio Cofferati, che con An a Bologna ha aperto il dialogo sulla sicurezza invitandola all’apposito tavolo di discussione, liquida il suggerimento di Fini con una battuta: «Non ci sono gli idranti tra le proposte sulla sicurezza che mi ha consegnato An. Una contraddizione».


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