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Unità-Finanziaria, solo lacrime e sangue

Finanziaria, solo lacrime e sangue Non c'è un euro per lo sviluppo e per le famiglie. E nemmeno per la riforma fiscale Bianca Di Giovanni ROMA Lo sviluppo può attendere: per ora...

23/09/2004
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l'Unità

Finanziaria, solo lacrime e sangue

Non c'è un euro per lo sviluppo e per le famiglie. E nemmeno per la riforma fiscale

Bianca Di Giovanni

ROMA Lo sviluppo può attendere: per ora arrivano i "tagli" (camuffati da "tetti" di spesa), le maggiori tasse e le vendite di patrimonio pubblico per complessivi 24 miliardi di euro. Questi gli "ingredienti" della cura Siniscalco presentati ieri dal governo alle parti sociali. La Finanziaria 2005, che sarà varata dal consiglio dei ministri del 29 settembre, conterrà soltanto la correzione del deficit. L'indebitamento sarà abbassato dal 4,4% al 2,7% circa (il numero potrebbe salire di un decimale o massimo 2) del Pil, in modo da rispettare i vincoli di Maastricht. Niente misure per la competitività. Niente sgravi Ire, da mesi annunciati dal premier. Il "pacchetto" sullo sviluppo, per complessivi 6 miliardi di euro, che comprende le voci competitività, potere d'acquisto (prezzi, tariffe), riforma fiscale, ricerca e innovazione, arriverà in un provvedimento successivo: si pensa a un disegno di legge solo politicamente collegato alla manovra (i collegati tecnici non possono più essere discussi nella sessione di bilancio). Un testo (forse addirittura due) ancora assai nebuloso. "Lo scriveremo insieme", ha detto ieri Siniscalco a imprenditori e sindacati, annunciando l'avvio di tavoli a cadenza settimanale a Palazzo Chigi. Per ora si vede un gioco speculare a quello dell'ultima finanziaria tremontiana. L'anno scorso si reperirono le risorse in un decreto (con i condoni) e le leggi di spesa si inserirono in Finanziaria. Quest'anno il bastone arriva prima della carota. E non è affatto detto che la carota arriverà davvero. Una sola cosa è certa: i soldi non ci sono, altrimenti le operazioni (bastone e carota) sarebbero state contemporanee e scritte nero su bianco in Finanziaria. In ogni caso ci sono almeno due trucchi dietro a questo "sdoppiamento" della manovra.

Niente accordo politico sulle tasse Chiaro che il rinvio a un provvedimento successivo nasconde un disaccorod profondo nell'esecutivo sugli sgrafi Irpef. An non ci sta a "strozzare" ministeri e dipendenti pubblici per finanziare la propaganda di Berlusconi. Senza contare che sia i primi che i secondi saranno comunque presi di mira. Per questo il premier è davvero rimasto solo all'interno del governo su questo punto. Tant'è che non ha tralasciato l'ennesimo sfogo. "Nonostante tutte le cose che stiamo facendo, con questo spirito unitario - avrebbe detto al tavolo - poi c'è la contestazione di qualche decina di persone che finisce subito sui giornali". Siniscalco non lo dice chiaramente, ma prende tempo. E Berlusconi di rimando insiste. "Sarà una manovra di crescita e sviluppo. Senza stangate e tagli", annuncia aprendo il confronto, lasciando di sasso i presenti.

Quale copertura per lo sviluppo? L'altra "furbata" dei due tempi è naturalmente la possibilità di non indicare già nella Finanziaria come si finanzia lo sviluppo. Certo, quei 6 miliardi andranno comunque trovati (sempre che il provvedimento si faccia). Come? "Il provvedimento si autofinanzia", rivelano fonti vicine all'Economia, senza scendere nel dettaglio. Secondo fonti sindacali Siniscalco avrebbe assicurato che gli sgravi fiscali saranno sicuramente coperti con tagli o maggiori entrate. Ma se fosse davvero tutto così "ortodosso", perché non inserire il pacchetto in Finanziaria? E qui prende sempre più corpo l'ipotesi della riapertura dei termini del condono fiscale. Una misura inconfessabile oggi (si attende la scadenza dell'autotassazione de 31 ottobre), ma che potrebbe tornare utile se non si riuscirà a trovare la "quadra". A quel punto starebbe sempre ad An fare il lavoro "sporco" in Parlamento: stesso film girato con Tremonti.
Anche se secondo fonti giornalistiche il ministro avrebbe rassicurato i sindacati su questo punto. Con il condono si aggirerebbe anche l'impegno preso con l'Ue di effettuare due terzi delle misure strutturali e un terzo di una tantum.

Ecco la stangata I 24 miliardi necessari a mantenere sotto controllo il deficit saranno reperiti in tre mosse (anzi, quattro, anche se l'ultima è davvero un'incognita). Sette miliardi deriveranno dal "metodo" del 2%, ovvero con un congelamento delle spese. Altri sette deriverebbero da quella che ormai tutti chiamano "manutenzione della base impnibili", che tradotto vuol dire aumento di tasse. Infine si utilizzerà la solita gallina dalle uova d'oro: la cessione di immobili attraverso il fondo immobiliare avviato già quest'anno.
Fatta la somma, si arriva a 21 miliardi, ma "altri tre già si sono reperiti" rivela una fonte vicina al tesoro non entrando nei particolari. Chissà perché. Sul fronte del debito, terzo tassello della manovra indicata nel Dpef, siamo ancora agli slogan del premier. Si passerà "dall'attuale 106% al 100% nei prossimi cinque anni", assicura Berlusconi. Per raggiungere questo obiettivo un contributo rilevante potrà arrivare dalla vendita dell'ingente patrimonio immobiliare pubblico.

Meno soldi alla Sanità. Quel "tetto" del 2% per la Sanità significa l'agonia. Lo spiegano all'uscita dell'incontro i presidenti di Regione. La crescita tendenziale del fondo sanitario si attesta attorno a 93 miliardi di euro, quello che Siniscalco è disposto a concedere non supera gli 89 miliardi. Di fatto si tratta di un "taglio" di oltre 3 miliardi. Altro che tetto. La soluzione, secondo il Tesoro, potrebbe stare nel concedere la possibilità di aumentare le tasse locali (sì, aumentare le tasse) alle Regioni che "sforano" il tetto. Siccome con il fondo previsto, nessuno starà dentro i parametri, è chiaro che le tasse regionali si prospettano in aumento. Ai Comuni, invece, non è stata data neanche questa possibilità: devono accontentarsi di trasferimenti congelati. Che significa? Non l'ha capito bene neanche il presidente dell'Anci Leonardo Domenici. "Da dove parte il tetto del 2%? Come si calcola?". Non si sa ancora. Hanno capito molto bene invece i commercianti che per reperire i 7 miliardi dalla manutenzione della base imponibile si pensa ad alzare i parametri per gli studi di settore. Anche qui, più tasse per tutti.


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