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Unità-Finalmente il contratto degli statali

Finalmente il contratto degli statali Tremonti a caccia disperata di risorse. La Bce avverte: pronti ad aumentare i tassi di Bianca Di Giovanni / Roma RISCHI FATALI Rispettare g...

19/11/2005
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l'Unità

Finalmente il contratto degli statali

Tremonti a caccia disperata di risorse. La Bce avverte: pronti ad aumentare i tassi

di Bianca Di Giovanni / Roma

RISCHI FATALI Rispettare gli impegni con i lavoratori del pubblico impiego e quelli con l'Ue. Stretto in questa morsa, Giulio Tremonti reperisce sul filo di lana le risorse per il rinnovo di tre contratti pubblici (scuola, ministeri ed aziende autonome). Si tratta di alme-
no 1,5 miliardi (ma al lordo delle imposte si arriva a 2,5) da distribuire "al massimo entro gennaio", assicura il titolare delle Funzione Pubblica. Il rischio però che il "buco" dei conti si discosti da quanto concordato con l'Ue si fa sempre più pressante. L'Fmi aveva detto che l'impegno di quest'anno era raggiungibile solo se i contratti si fossero rinviati al 2006. Per Bruxelles, invece, è il 3,8% di deficit per l'anno prossimo il dato più a rischio sforamento.
Stretto nel dilemma, Tremonti decreta gli aumenti per meno della metà della platea di lavoratori che ne hanno diritto. A questo punto il grosso si dovrà fare l'anno prossimo. La coperta si fa sempre più corta, mentre a fine anno rischia di esplodere l'altra pesante incognita del bilancio del nostro Paese: lo stock di debito. Ieri il presidente della Bce Jean-Claude Trichet ha annunciato l'imminente rialzo dei tassi al 2,25% a dicembre. Il tutto nell'anno nero per lo stock di debito italiano, che torna ad aumentare dal '95.
Stretto dalle emergenze di bilancio e quelle elettorali, il ministro mette il turbo alle manovre di fine anno per rastrellare risorse e mantenere la barra del deficit a quel 4,3% appena confermato dalla commissione di Bruxelles. Sia il Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, sia il sottosegretario Maria Teresa Armosino hanno annunciato grandi manovre immobiliari, per arrivare a fine anno a circa 4 miliardi di incassi di 600 milioni contabilizzati a settembre dalla Corte dei Conti. Tra le mirure, anche una vendita in blocco a Fintecna per circa un milairdo (tanto quanto resta nelle casse della società): insomma, un'altra cessione a se stessi. Sul fronte delle maggiori entrate è in dirittura d'arrivo il decreto fiscale collegato alla Finanziaria. Già martedì il ministro chiederà la fiducia che sarà votata mercoledì. Sul provvedimento sono "piovuti" ieri 400 emendamenti che a questo punto sono carta straccia. Per Tremonti l'importante è che si varino quanto prima la stangata sulle imprese (1,7 miliardi dalla stretta sugli ammortamenti), la nuova tassa sul tubo (800 milioni), il giro di vite sulla riscossione e sulla lotta all'evasione. Nel provvedimento anche l'esenzione Ici (non coperta) per le chiese e per il non-profit, una stangata sulle casse comunali. In ogni caso l'ultima parola sui conti arriverà con il maxi-emendamento alla finanziaria che dovrà riscrivere diversi commi dopo la bocciatura della Consulta sui tagli agli enti locali.
Nel tourbillon di provvedimenti non mancano le polemiche. Ieri il ministro Giorgio La Malfa è andato all'attacco della Commissione Ue per quel "suggerimento" (così laveva definito Tremonti l'altro ieri) di rinvio delle spese per l'agenda di Lisbona. Il ministro ha accusato l'esecutivo Ue di "stupidità" che al posto di dire sbrigatevi a tagliare le spese inutili, dice di tagliare quelle utili". La replica da Bruxelles non si è fatta attendere. "È una mera constatazione, non è un suggerimento", ha commentato la portavoce di Joaquin Almunia. Come dire: l'Italia deve stare attenta a quanto spende, altrimenti il deficit esplode. Ma Tremonti non l'ha raccontata proprio così.


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