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Unità-"Fermate" contro le pensioni di Maroni

"Fermate" contro le pensioni di Maroni Cgil, Cisl e Uil decidono nuove iniziative per contrastare la delega. Attesa per il delicato confronto con le imprese Felicia Masocco ROMA C...

24/06/2004
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l'Unità

"Fermate" contro le pensioni di Maroni

Cgil, Cisl e Uil decidono nuove iniziative per contrastare la delega. Attesa per il delicato confronto con le imprese

Felicia Masocco

ROMA Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di accompagnare l'iter della delega previdenziale con presidi e assemblee in tutti i luoghi di lavoro e, quando sarà approvata, con fermate in tutto il paese. Per mandare un "segnale" al governo i sindacati mettono dunque in campo tutta una serie di strumenti senza battere su di uno in particolare e il perché va ricercato nella estrema confusione del quadro politico e dunque nell'incertezza delle decisioni che verranno assunte. La segreteria unitaria che ieri si è tenuta nella sede della Cisl in via Po ha inoltre deciso per settembre un'assemblea nazionale dei delegati, servirà al fare il punto della situazione hanno spiegato Epifani, Pezzotta e Angeletti, e verosimilmente sarà quello l'inizio della "campagna d'autunno". E uno sciopero generale che al momento non ha trovato posto in agenda ("luglio è un mese particolare" ha osservato Pezzotta), davanti alle grandi linee della Finanziaria potrebbe tornare d'attualità. In oltre tre ore di discussione i sindacati hanno delineato un programma di massima da qui a tre mesi che sembra tradire un certo attendismo: troppe cose sono in divenire, dal rapporto col governo a quello con Confindustria, la definizione del Dpef, quella della Finanziaria, il ruolo - da protagonisti o da gregari - che sulle pensioni avranno i gruppi parlamentari e, ancora, la sorte stessa della delega, se verrà posta la fiducia oppure no, se ci sarà spazio per emendamenti e che peso avranno le audizioni che il primo luglio i sindacati avranno in commissione Lavoro della Camera. "Sulle pensioni abbiamo già deciso, sulla manovra decideremo a settembre", ha affermato il leader della Cgil ricordando che lo scorso anno il Dpef era "una scatola vuota". Sul documento di programmazione economica "aspettiamo che il governo decida e poi ci faccia sapere e apra un tavolo di confronto anche con le parti sociali; ha sentito Confindustria, spero che prima o poi voglia sentire anche il sindacato", aveva detto Epifani prima della riunione. "Io aspetto che prima o poi il ministro competente dica esattamente come stanno i conti pubblici", aveva risposto sulla necessità - avanzata dagli industriali - di una manovra aggiuntiva contro lo sforamento del rapporto deficit-pil. "Parli il ministro dell'Economia e dica effettivamente come stanno i conti pubblici e cosa pensa di fare il governo". Quanto a Confindustria "non ho capito perché piace questa riforma delle pensioni, mi sembra un po' strano" osserva il leader della Cgil.
La riforma previdenziale divide i sindacati dagli industriali, ma le distanze sull'argomento non sembrano mettere in forse il percorso di dialogo che da una parte e dall'altra si continua a reputare necessario. "Andremo al confronto con Confindustria -ha detto Savino Pezzotta- per trovare le convergenze sui fattori sviluppo e politica economica ponendo l'accento sui temi che ci stanno a cuore, vale a dire Mezzogiorno, ricerca e politica industriale. Su questo faremo le nostre valutazioni".
La discussione tra Cgil, Cisl e Uil non ha registrato divisioni di rilievo, non almeno sull'analisi dello stato dell'economia e dei problemi da affrontare che annoverano anche il welfare e i contratti del pubblico impiego. Qualche divergenza c'è stata invece su questioni che guardano più all'interno del sindacato. Ad esempio sulle finalità, sui tempi e sul campo d'azione delle commissioni unitarie che ieri sono state avviate: una sul welfare, in previsione della Finanziaria, le altre due con il compito di monitorare le singole posizioni delle organizzazioni sul sistema contrattuale, sulla questione della rappresentanza e rappresentatività. È noto che su contratti e rappresentanza le confederazioni hanno posizioni diverse, dunque si tratta di capire fino a che punto la proposta può essere unitaria. Una cosa comunque ieri è stata decisa, i gruppi di lavoro avranno compiti istruttori e tutti i contratti aperti verranno rinnovati con le norme in vigore, quelle del protocollo del 23 luglio '93.


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