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Unità: Famiglia Cristiana: aumento dei bocciati non è qualità

L’escalation delle bocciature non significa una scuola più rigorosa. Netta presa di posizione del settimanale cattolico contro l’aumento dei respinti nell’anno scolastico 2009 che ha colpito in particolare gli «stranieri».

22/07/2009
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l'Unità

ROBERTO MONTEFORTEC’è poco da brindare se aumenta vertiginosamente il numero degli studenti bocciati. Non è segno di una scuola che ha trovato maggiore rigore. Lo denuncia a chiare lettere il settimanale Famiglia Cristiana che dedica il suo editoriale a questo tema sentitissimo dalle famiglie italiane. Lo fa invitando a riflettere sui numeri di scrutini ed esami dell’anno scolastico 2008- 2009: tra medie e superiori circa 10.000 studenti sono stati bocciati per il 5 in condotta; alle medie si dovrebbe registrare un aumento di circa 12 mila studenti non ammessi rispetto al 2008 e di questi circa 3.000 bocciati per l’insufficienza nel voto in condotta. La situazione si fa peggiore nelle superiori dove i bocciati per il 5 in condotta salgono a 6.500 e circa la metà sono studenti degli istituti professionali.

«Maggiore selezione - secondo il settimanale cattolico - non è sintomo di scuola più virtuosa. L’analisi dei sistemi scolastici stranieri lo dimostra. Nè si motivano gli insegnanti dando loro la bacchetta in mano. Nè si aiutano le famiglie ad affrontare il disagio sociale dei figli con un “respinto” sulle pagelle». Sono altre le strade da seguire per Famiglia Cristiana: «La scuola del valore e del merito è quella dove insieme docenti, ragazzi e famiglie, sono protagonisti dell’apprendimento (non solo di nozioni), condividendo ognuno le proprie responsabilità».

Il settimanale stigmatizza anche l’alto numero di alunni stranieri (rappresentano circa il 6% della popolazione scolastica) respinti. Dai dati ancora provvisori, diffusi dall’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione, gli alunni stranieri maschi che non hanno superato l’esame di terza media sono l’1% contro lo 0,32% degli italiani. Per le ragazze i dati sono rispettivamente dello 0,65% e dello 0,27%. «Non vorremmo che la bocciatura - conclude l’editoriale - fosse la scorciatoia per non affrontare il problema degli alunni stranieri, rinunciando a quel patto sociale tra scuola, territorio e famiglia, laddove le criticità sociali sono maggiori».


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