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Unità: Escalation fascista: succederà qualcosa

Minacce a giornalisti e in televisione

07/11/2008
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l'Unità

È ormai un’escalation quella dell’estrema destra. L’altro ieri a «Matrix» l’avvertimento. Dopo l’irruzione a «Chi l’ha visto?» poco dopo la trasmissione. E quel che è accaduto una settimana fa. «Noi vi stiamo avvisando: sta per succedere qualcosa. Se continuate a soffiare sul fuoco succederà qualcosa». Interno di Casa Pound, il centro sociale di estrema destra, centro di Roma, nei pressi della stazione Termini. Gianluca Iannone, il leader quarantenne in piazza Navona la mattina del 29 ottobre e nel commando che lunedì sera ha violato la sede Rai e la redazione di Chi l’Ha visto, risponde alle domande del giornalista di Matrix. Voce tranquilla, espressione concentrata di chi sa che le parole possono essere pietre. Il tema è sempre lo stesso: chi ha dato il via, di chi è la colpa degli scontri. Ma soprattutto, il tipo di informazione, quelle che Iannone chiama le “campagne mediatiche” della sinistra. Il leader di Casa Pound attacca e precisa: se si continua così,con «la faziosistà di Chi l’ha visto», a criminalizzare l’occupazione «simbolica, momentanea ultraveloce e futurista» di via Teulada o «il nostro diritto a voler stare in piazza», c’è il «rischio che succeda qualcosa di più grave». Che si ritorni, precisa Iannone, al clima di contrapposizione violenta tra gli estremismi politici, «a quello che è successo in Italia per sessant’anni». A un passato mai passato.

«Noi vi avvisiamo», dice. Dirà il tempo se è una minaccia, un’ intimidazione, una bravata. Oggi però questa frase va letta insieme ad altre dichiarazioni e ad altri fatti tra i quali non è ancora dimostrato il nesso di causalità. Ma che siano uno conseguenza dell’altro appartiene alla sfera delle cose probabili.

Agli analisti dei fenomeni eversivi non sfuggono alcuni dati di fatto che parlano di un crescendo preoccupante. Contro gli organi di informazione, prima di tutto. Martedì mattina dopo il blitz di Casa Pound in via Teulada alla redazione di Chi l’ha visto sono arrivate almeno quattro telefonate di minacce pesanti. Una diceva: «Questa è la segreteria nazionale di Forza Nuova e faremo su di voi, su tutti voi (giornalisti ndr)come ha fatto la trasmissione Chi l’ha visto. Chi ha visto voi, chi lavora con voi, dove abitate, nome e cognome. E poi verremo sotto le vostre case». Forza Nuova ha smentito la paternità della telefonata. L’europarlamentare Roberto Fiore, alla cui utenza è stata attribuita, nega. Tra Fn e Casa Pound, pur nella galassia di destra, non corre buon sangue. «Siamo come guelfi e ghibellini», precisa Iannone. Ed è sempre Forza Nuova che notte tempo ha firmato uno striscione proprio sotto casa, a Roma, del direttore di Repubblica Ezio Mauro. «Direttore - hanno scritto - basta odio e falsità». Ancora una volta Fiore ha dovuto respingere e negare: «E’ una provocazione, noi non c’entriamo, Fn ripudia le minacce ai giornalisti».

C’è un deja vu in questo crescendo. Un già-visto nei modi. E nei mezzi. Ha a che fare con certo squadrismo del tifo violento, dentro e fuori gli stadi. Certi fotogrammi di piazza Navona - le cinghie che roteano nell’aria a mo’ di mazza col peso della fibbia - ne ricordano altri, sempre scontri tra tifosi. Ci sono due ultras della Roma tra i 12 identificati nel blitz di via Teulada. «Cinghiamattanza» è la colonna sonora di un macabro gioco cult della destra capitolina. E’ disponibile sul web. Sembra d’essere in piazza Navona. Non c’è differenza.

CLAUDIA FUSANI

ROMA

cfusani@unita.it


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