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Unità: Epifani: «Siamo ancora in luna di miele. La prova vera verrà con la Finanziaria»

I sindacati condividono la diagnosi del governo, ma rinviano il giudizio sulla cura a quando le scelte saranno compiute. Apprezzato il ritorno della concertazione

30/06/2006
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

La diagnosi è corretta è la cura a preoccupare i sindacati che apprezzano le intenzioni del governo, ma rinviano il giudizio a quando le scelte saranno compiute. Il 3% del Pil non sono caramelle, dove pescheranno Prodi e Padoa-Schioppa? Le facce degli uomini di Cgil Cisl e Uil ieri non erano tirate come dopo aver incontrato Berlusconi-Tremonti in occasioni analoghe. Nessuno ha dimenticato la presentazione del primo Dpef della passata legislatura con Tremonti che lasciò la riunione per andare da Vespa a far di conto su una lavagna in tv. Questo governo «cerca concertazione e accordi» ha detto ieri Padoa-Schioppa e le parti sociali sentitamente apprezzano.

Al termine dell’incontro Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Paolo Pirani hanno speso buone parole per la concertazione resuscitata che proseguirà per tavoli specifici, punto per punto. Va bene anche il fatto che la manovrina (7 miliardi) abbia cambiato direzione dopo gli allarmi lanciati a mezzo stampa. I sindacati approvano l’impegno a far marciar insieme risanamento, sviluppo ed equità individuando un filone da spremere nella lotta all’evasione fiscale e contributiva. Si vocifera anche di tassazione di rendite finanziarie, ma da questo fronte ieri non è arrivato alcun segnale di conferma. Dal ministro dell’Economia i sindacati hanno avuto rassicurazioni che la manovrina di luglio, pari allo 0,5% del Pil, non taglierà sanità, pubblico impiego e pensioni. Il segretario della Cisl ritiene che sia un risultato del pressing di queste settimane, «un risultato che dobbiamo ascriverci», dice. Confindustria incassa «l’impegno netto» del governo a ridurre il cuneo fiscale e contributivo, ma guai «a far pagare alle imprese lo sforamento della spesa sanitaria con l’aumento dell’Irap», tuona Maurizio Beretta. Confcommercio e Confesercenti mettono in guardia da interventi sull’Iva ma concordano, come Cna e Confartigianato, sulla lotta all’evasione.

Il vero test sarà comunque la Finanziaria. Per i sindacati e per tutti: le incognite sono davvero troppe per potersi rilassare, incombe l’incubo dei saldi contabili. «Il governo ha fatto solo un quadro generale di riferimento sulla futura manovra, un quadro veritiero ed onesto. Da questo punto di vista siamo ancora in luna di miele», ha spiegato Epifani. «I problemi di solito cominciano il giorno dopo. Per noi cominceranno con la Finanziaria», ha quindi ammesso. Se ci saranno rigore ed equità si vedrà lì, «e vedremo se ci sarà una politica di riforma della spesa o un ritorno a tagli indiscriminati». I sindacati procederanno uniti, nei prossimi giorni terranno una segreteria comune per una prima valutazione. È chiaro che la Cgil (ma anche Cisl e Uil) si metteranno di traverso «se il governo farà pagare i soliti noti, se chiederà di bloccare i contratti, se interverrà nella previdenza, sanità, scuola» mentre è pronto a discutere interventi di «riforma, anche quelli che riguardano la qualità e la produttività del lavoro nel pubblico e nel privato». Così Epifani. In sintonia, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni aggiunge il timore che l’esecutivo perda l’occasione di scommettere sull’aumento dei salari, unica cura alla stagnazione del paese. Per la Cisl, infatti, «il taglio del cuneo fiscale non basta». Reduce dal congresso, la Uil che aveva ammonito contro la «mistica dei sacrifici» non ignora che il terreno è accidentato, «è buon inizio di un percorso che sarà però certamente difficile», ha spiegato il segretario confederale Paolo Pirani cui il leader Luigi Angeletti ha ceduto il microfono. Perplessità sono state espresse dall’Ugl, «la partita è ancora giocata sulle intenzioni», per la leader Renata Polverini.

Tommaso Padoa-Schioppa era all’esordio in fatto di adunate concertative. Sembrava scettico, si è detto soddisfatto, ha parlato di «avvio promettente». «Accordo e concertazione sono termini del linguaggio musicale - ha sintetizzato - e io oggi non ho sentito rumore, solo musica». Non convince gli autonomi dei Cub: «Stessa musica e pure stonata» è stato il giudizio di Pierpaolo Leonardi, certo che «a pagare sarà il mondo del lavoro». Chiede mobilitazione, sciopero generale compreso, anche Giorgio Cremaschi della sinistra Cgil. La linea di Epifani è un’altra: andare ai tavoli e vedere le carte.


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