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Unità: Epifani scuote il congresso: «Il Pd sia il partito del lavoro»

E' molto critico il leader della Cgil, Guglielmo Epifani

22/04/2007
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l'Unità

w.m.

È molto critico il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. È critico con l'operato del governo, e in una posizione di attesa rispetto al Pd, e a quel che sarà davvero. Il suo intervento al Congresso di Firenze sembra voler dare la sveglia ai Ds, e al partito che stanno costruendo. «Care delegate, cari delegati. Segretari», esordisce, inaugurando una nuova forma di saluto. «C'è un malessere sociale che diventa disincanto e inquietudine dei tanti che hanno votato per il cambiamento», avverte. Anche se «alcune cose buone sono state fatte». Attacca una parte del mondo delle imprese, puntando soprattutto alla Telecom di Tronchetti-Provera: «C'è stata una parte di imprenditori che non ha dato buona prova di se, e che ha preferito in questi anni rifugiarsi nei settori protetti e nelle rendite nelle scatole cinesi dove con poco controlli il mondo. Vale forse per loro un termine che viene usato spesso per il lavoro: dei veri imprenditori fannulloni».

Poi, è la volta delle critiche al governo. Parla di «esasperata divisione interna della maggioranza», ricorda che «molte e forti erano le attese del cambiamento». Ricorda la «confusione» sui ticket sanitari, le scelte «inconcepibili sulla assenza di centralità e investimenti su scuola, università e ricerca». Ma poi chiarisce: «Dietro questi giudizi c'è una richiesta forte. Il presidente del Consiglio ha detto cose importanti sul fatto che in Italia i salari sono troppo bassi e che c'è troppa ingiustizia nella distribuzione del reddito. Ora però il governo sia conseguente». Avverte: «Se lo sarà, la Cgil è pronta a fare la sua parte e a firmare accordi, altrimenti c'è un'altra soluzione: quella in cui non si firmano accordi». E ricorda le scelte prossime su previdenza, ammortizzatori sociali, lavoro.

Viene poi alla politica, Epifani, al dibattito sul Pd. «C'è una domanda di vero riformismo», dichiara. E sottolineando come sia Fassino che Rutelli abbiano parlato di un «partito del lavoro», chiarisce: «Questo vuol dire che non ci può essere equidistanza tra imprenditori e lavoratori, e che va costruita un'alleanza moderna tra lavoratori e consumatori».

Parla del socialismo, dell'importanza della Cgil nell'asse socialista europeo. E lo dice senza mezzi termini: «Sarebbe sbagliato se la politica di riforme e di allargamento del Partito socialista europeo non vedesse al suo interno da subito il Partito democratico». Ancora, torna sulla laicità, uno dei temi più sentiti del congresso: «Non ci possono essere 3 o 4 idee della laicità, ma solo una».

Concludendo, riguardo alle diverse strade intraprese dalla sinistra Ds e dai dubbi che ancora attanagliano la terza mozione guidata da Angius, Epifani ha usato parole di «riconciliazione»: «Deve confortare tutti che il campo in cui si lavora è lo stesso, perché è il campo in cui occorre portare al moderno i valori in cui tutti crediamo e cioè quello che non bisogna lasciare dietro nessuno e che bisogna dare una vita dignitosa a tutti».


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