Unità: Epifani: il centrosinistra ha il mandato per governare
No grazie, della «grande coalizione» alla tedesca l’Italia può fare a meno, una maggioranza c’è, si faccia il governo e si ponga presto mano ai problemi del paese, un’eredità - essa sì «grande» - lasciata da Berlusconi.
Oggi la Cgil esamina i risultati elettorali. Bonanni: tornare alle urne sarebbe una iattura
di Felicia Masocco
NEIN DANKE No grazie, della «grande coalizione» alla tedesca l’Italia può fare a meno, una maggioranza c’è, si faccia il governo e si ponga presto mano ai problemi del paese, un’eredità - essa sì «grande» - lasciata da Berlusconi. Guglielmo Epifani anticipa quanto dirà oggi al direttivo della Cgil, il primo dopo il congresso di Rimini. «Sia pure di stretta misura, il risultato elettorale consegna la maggioranza al programma e allo schieramento dell’Unione», afferma, si formi un governo che abbia «pienezza di poteri e responsabilità e non quindi un governo tecnico o una grande coalizione». Per Epifani le urne hanno dato un mandato al centrosinistra che ora deve realizzare il programma «sul quale ha chiesto il voto».
La posizione del leader del sindacato di Corso d’Italia è diversa da quella del segretario in pectore della Cisl, Raffaele Bonanni, che già lunedì sera aveva parlato della necessità di una «mediazione», dovere della politica. «Credo che la politica debba darsi un colpo di reni - ha ripetuto ieri - sono i partiti che devono servire gli italiani e non viceversa». Quindi tornare alle urne sarebbe una «iattura», il modello a cui guardare è quello tedesco. «I tedeschi - continua Bonanni - che hanno ripreso il loro cammino di sviluppo hanno lavorato bene in questi ultimi tempi raggiungendo coesione politica e sociale». A chi gli faceva notare che difficilmente quella soluzione sia esportabile da noi, ha risposto «Ma perché se la politica è mediazione? I cosiddetti teorici del bipolarismo - osserva ancora Bonanni - hanno innovato la situazione al punto tale che c'è una contrapposizione continua che prescinde anche dai destini del paese. Chi ha vinto governi, però deve aprirsi alle altre forze ed al sociale».
Di questo Bonanni dovrà discutere anche in casa Cisl. Il suo «aggiunto» designato, Pierpaolo Baretta, esprime infatti una «sensibilità» diversa. «Non credo che si debba tornare alle urne e neanche si possa parlare di grosse koalition come qualcuno ha fatto, non nel senso istituzionale». Il prossimo numero due della Cisl penserebbe piuttosto «a una coalizione di tipo sociale. Questo perché - spiega - pur con un risultato contrastato una maggioranza c’è, può fare fatica a governare, ma è legittimata. La prima urgenza è fare il governo. Penso poi che il nuovo governo debba rendersi conto della delicatezza e fragilità e muoversi con un atteggiamento di dialogo e di apertura, individuare quattro cinque punti e su questi fare davvero concertazione e confronto preventivo facendo appello a tutti i riformisti».
Sulla necessità del dialogo, del confronto, insistono tutti. Epifani reclama «particolare attenzione verso le parti sociali», in segno di discontinuità con quanto è stato finora. Dialogo e confronto sono necessari anche per la Uil che ieri ha riunito la segreteria e oggi riunirà la direzione. «Un paese politicamente diviso a metà», dicono da via Lucullo, «il prossimo esecutivo dovrà avere la capacità di governare tutta l’Italia». Formare subito un governo e partire con «una politica economica e sociale in grado di affrontare e risolvere le vere urgenze». Rilanciare la competitività del sistema, puntare alla tutela dei redditi da lavoro dipendente e da pensioni: queste le priorità della Uil, non dissimili da quelli della Cgil che ha elencato la lotta alla precarietà del lavoro, il sostegno alla competitività delle imprese, una politica fiscale attenta a lavoratori dipendenti e pensionati. «E il tutto - conclude Epifani con la giusta attenzione verso la situazione della finanza pubblica».