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Unità-Emergenza asili:metti una firma per salvare il futuro

Emergenza asili:metti una firma per salvare il futuro ROMA Appena il 7% dei bambini nella fascia di età da 0 a 3 anni usufruisce attualmente di asili nido pubblici. Siamo gli ultimi in Europa e ba...

12/05/2005
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l'Unità

Emergenza asili:metti una firma per salvare il futuro

ROMA Appena il 7% dei bambini nella fascia di età da 0 a 3 anni usufruisce attualmente di asili nido pubblici. Siamo gli ultimi in Europa e bastano solo due dati a dimostrarlo: in Francia sono il 29 per cento, in Danimarca il 63%. I Ds propongono di accogliere l'obiettivo dell'Ue e raggiungere nel 2010 almeno il 33%. Sta per concludersi la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare "Zerosei" che individua una rete di servizi. Per firmare c'è tempo solo fino al 20 maggio.
Il testo è stato messo a punto dalla Consulta nazionale Ds per l'infanzia e l'adolescenza Gianni Rodari. L'ipotesi dei Ds parte dal principio che i nidi e le scuole per l'infanzia devono far parte integrante del sistema educativo e formativo pubblico nazionale e non rientrare tra i servizi pubblici a domanda individuale. Due gli strumenti individuati: predisporre un piano nazionale per le strutture educative per l'infanzia (settennale e da realizzare con il coinvolgimento degli enti locali) ed istituire un fondo nazionale con risorse che permettano l'attuazione del piano.
L'Europa lontana. Per promuovere la raccolta di firme a sostegno della pdl i Ds hanno avviato una campagna dal titolo "Fai camminare i diritti - più asili nido", accompagnata dalla fotografia di quattro gambe, in primi piano quelle di un bebè ai primi passi e dietro quelle dell'adulto che lo sorregge.
In tema di asili nido permangono forti differenze fra nord e sud del paese: nel meridione ci sono 2,5 posti ogni 100 bambini contro gli 11 del settentrione e i 10 del centro. 20 posti in Emilia Romagna ed appena 2 in Calabria. Gli asili pubblici sono 2.404 con 105.000 posti disponibili. L'obiettivo dei Ds vuole quindi raggiungere almeno un terzo dei bambini nella fascia 0-3 anni per colmare la differenza rispetto al 90% delle scuole dell'infanzia. Come in Europa dove il numero dei bambini che possono usufruire delle strutture è molto più alto: in Svezia e Finlandia sono il 48%, in Norvegia il 40%, in Inghilterra il 34%, in Francia il 29%.
La proposta di legge parla di un unico processo formativo da zero a sei anni, con gli asili nido inseriti, insieme alle scuole per l' infanzia, nel sistema educativo pubblico nazionale, con servizi integrativi articolati e flessibili, e lo Stato che partecipa insieme a Regioni ed enti locali alla definizione di un Piano nazionale. Punto di partenza del progetto è la continuità tra asili nido e scuole per l'infanzia. I nidi costituiscono "il primo livello educativo, organizzato in autonomia e in continuità con le scuole dell'infanzia e devono rispettare la personalità, i ritmi di crescita dei più piccoli, promuovendone la creatività".
Percorso continuo. A loro volta, le scuole per l'infanzia sviluppano l'azione educativa avviata dai nidi e dagli altri servizi per la prima infanzia, realizzando il passaggio alla scuola primaria. I nidi, come le scuole per l'infanzia, diventano perciò parte integrante del sistema educativo e formativo pubblico nazionale e non rientrano più tra i servizi pubblici a domanda individuale, svincolandosi quindi dall'esclusiva competenza delle Regioni.
Allo Stato spetterà fissare i principi e i livelli essenziali; le Regioni governeranno la programmazione locale. I Comuni individueranno i bisogni sul territorio e si fanno garanti del sistema di certificazione secondo gli standard fissati dalle Regioni. Altro aspetto importante del progetto è quello degli educatori, che a regime dovranno essere tutti laureati: la proposta prevede una "adeguata relazione quantitativa tra insegnanti e bambini, la presenza di un coordinamento pedagogico per garantire la qualità educativa, un costante impegno degli enti pubblici e dei soggetti gestori per la formazione permanente del personale".
v.l.


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