Unità: E il comunicato diventa un evento mediatico
Il leader della Confederazione si è sorpreso per la «montatura» del caso
Bruno Ugolini
No, non era la ripetizione della contestazione a Luciano Lama, come nei tumultuosi anni Settanta. Quando, come riportarono le cronache, il segretario generale della Cgil aveva sfidato le masse studentesche nel grande cortile della Sapienza di Roma. È noto che quando si tenta di ripetere i drammi, si finisce in farsa.
Così è stato ieri a RomaTre, una delle moderne università della capitale. Qui uno sparuto gruppetto ha tentato di mettere in piedi quella che forse voleva essere la ripetizione, trenta anni dopo, della massiccia contestazione al principale dirigente della Cgil. Ma questa volta ad emettere qualche fischio nei confronti di Guglielmo Epifani erano forse una trentina, forse un centinaio, secondo i resoconti di testimoni oculari. Pochini, ma quanto basterà per allestire sui giornali titoli e pezzi tumultuosi.
Eppure non c’è stato nessun dramma. Tanto è vero che in un clima per nulla angosciante, una rappresentante dei contestatori ha potuto leggere il tradizionale comunicato di protesta. Il primo a rimanere stupefatto, ieri sera, per il gonfiarsi dell’episodio, tramite le agenzie di stampa e il tam tam dei siti internet , appariva lo stesso Guglielmo Epifani. Come se ci fosse un evidente tentativo di montare un caso mediatico attorno a un’assemblea universitaria, con alcuni studenti che leggono un comunicato.
Il segretario della Cgil era andato, in mattinata, in quel luogo di studi non per convincere gli alunni sulle buone cause sindacali. Era in atto un’iniziativa inerente l’elezione delle rappresentanze sindacali. Una scadenza importante, un appuntamento di democrazia organizzata. E naturalmente si parlava di contratti scaduti e non rinnovati e anche di precari che faticano a trovare una soluzione positiva per il loro futuro. Tra l’altro si discuteva proprio di un accordo sulla situazione dei precari concordato a RomaTre.
Chi erano gli animosi contestatori sotto lo striscione del “collettivo di scienze politiche”? Studenti e non studenti, a quanto pare, ma comunque subito criticati dall’”Unione degli studenti”. Che cosa rivendicavano? Apparivano animati da un discreto disprezzo nei confronti del protocollo siglato col governo e che pure annuncia misure per giovani e per anziani.
Un disprezzo, dunque, anche nei confronti di quei milioni di lavoratrici e lavoratori che quel protocollo lo hanno approvato. I contestatori non chiedevano ritocchi, norme più radicali. Lo volevano semplicemente affossare, unendo così i propri desideri a quelli del centro-destra politico.
Un centro-destra che, appunto, in queste ore, insieme ad illustri accademici, sta scatenando un’ennesima campagna proprio contro il tentativo di far assumere, dopo anni di attesa e di utilizzo a pieno tempo, i precari pubblici.