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Unità: E' caos anche negli asili nido

Fino a che età è possibile iscrivere i bambini alla scuola dell’infanzia? Regole diverse nei comuni E la Gelmini toglie fondi alle sezioni «Primavera»

31/01/2009
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l'Unità

Il caos regna sovrano anche per scuola dell’infanzia, nidi e «sezioni Primavera». Genitori, uffici comunali, dirigenti scolastici di tutta la penisola stanno febbrilmente cercando di decifrare la circolare del ministro Gelmini. Alla voce Scuola dell’Infanzia il documento recita così: «Possono essere iscritti le bambine e i bambini che compiono, entro il 31 dicembre 2009, che compiono il 31 dicembre 2009, il terzo anno di età. Possono, altresì, chiedere l’iscrizione (..) i bambini che compiono tre anni di età dopo il 31 dicembre 2009 e, comunque (?, Ndr), entro il 30 aprile 2010». E le interpretazioni si sprecano. Perché i canali sono due e il coordinamento è zero: nidi e scuole dell’infanzia comunali dovrebbero collaborare con gli Uffici territoriali del ministero, ma questo non accade. Per i genitori con figli che hanno dai 20 mesi ai tre anni il rebus è inesplicabile. Ogni Comune, ogni dirigente scolastico ha un’opinione diversa. «Il bambino si può iscrivere solo alle strutture statali», «L’iscrizione al nido comunale non comporta l’esclusione della liste delle scuole statali». Considerando che in Italia i posti negli asili nido corrispondono al 11,4% dei bambini (1,7 per cento in Campania, con l’obiettivo raccomandato dalla Ue di arrivare al 33 per cento entro il 2010), è normale che la richiesta sia altissima.

Il governo Prodi aveva iniziato a fare qualcosa con le «Sezioni primavera». Prendendo spunto dagli esempi virtuosi di Comuni come Roma e di regioni come Emilia Romagna e Veneto, lo Stato ha deciso di investire ben 35 milioni di euro. Destinati ai bambini dai 2 ai 3 anni, sono un servizio educativo sperimentale integrativo dell'offerta degli asili nido e della scuola dell'infanzia: 1.311 sezioni per 20 mila bambini nel 2007. La Gelmini prima ha cancellato il finanziamento, poi ha fatto un ennesimo dietro-front recuperandole, ma senza fissare nessun finanziamento (a settembre aveva parlato di 30 milioni per il 2009, ma nessun documento ufficiale specifica cifre). Un’incertezza totale che ricade su tutto il sistema.


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