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Unità: Debiti, ora c’è la toppa «Il recupero entro agosto»

Il Consiglio di Stato rigetta il ricorso dei Cobas e il ministro spiega come fare: tutto e il contrario di tutto

05/06/2008
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l'Unità

di Marina Boscaino / Roma

IL CONSIGLIO DI STATO ha rigettato ieri il ricorso d’urgenza dei Cobas relativo all’OM 92/2007 sul recupero dei debiti scolastici. Ma un conto è parlare di legittimità di un provvedimento; un altro di praticabilità; un altro ancora di efficacia. Non è casuale
che, contemporaneamente alla delibera, il ministro Gelmini abbia indirizzato alle scuole italiane una circolare che tenta di rispondere alle più pressanti domande di famiglie, studenti e insegnanti delle superiori. Si ribadisce che i debiti dovranno essere recuperati entro il 31 agosto; che la valutazione deve avvenire entro l’inizio delle lezioni; e che - a fronte della insufficienza dei fondi destinati al finanziamento dei corsi - sono stati stanziati ulteriori 57 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere ai 197 già previsti. Se certa è la data di conclusione dei corsi, la circolare lascia però all’autonomia di ogni singola scuola le scelte sulle modalità di recupero; sulla consistenza oraria dei corsi; sull’utilizzo dei docenti e delle scelte didattiche di intervento. Ma vengono previste persino proroghe rispetto alle date stabilite, motivate da esigenze organizzative del singolo istituto, che dovranno essere valutate dai collegi in funzione del corretto avvio del prossimo anno scolastico.
Tutto e il contrario di tutto, dunque. Le incertezze più evidenti riguardano proprio le questioni che più preoccupano famiglie ed insegnanti: da una parte l’Esame di Stato è alle porte - e impedirà a molti docenti di partecipare al recupero; dall’altra, la deroga all’autonomia scolastica e l’attivazione di principi differenti per ogni scuola posticipano ulteriormente comunicazioni formali (quali materie, quando, come, quante ore, chi terrà i corsi) che renderebbero possibile programmare le vacanze estive alle famiglie coinvolte. E optare o meno per il ricorso a docenti esterni, come peraltro previsto dalla norma. E organizzare tempi e modalità per lo studio individuale dei figli, in quelle discipline in cui non sia prevista l’attivazione del corso o per il cui recupero le ore di corso non risultassero sufficienti.
Caos in molte scuole, per famiglie e insegnanti. «Credo che nessuno possa mettere in dubbio il principio che a scuola si va per apprendere; e che chi fa sconti oggi ai ragazzi sulla preparazione non li aiuta ma li condanna all’emarginazione domani»: sono parole dell’ex ministro Giuseppe Fioroni, che esprimono la sua soddisfazione per la decisione del Consiglio di Stato; parole che hanno però, alla luce di tutte queste difficoltà, il senso di una vittoria di Pirro. Soprattutto perché un principio in astratto del tutto condivisibile come quello esposto dal Fioroni non trova certo concreto riscontro in un provvedimento mortificante come quello che le scuole italiane si stanno accingendo ad attuare.


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