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Unità: Dalla Resistenza al futuro: la stella polare di Trentin

Primo dibattito dedicato al sindacalista: i giovani, i contratti... Roba di oggi

24/08/2008
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l'Unità

di Francesca Padula / Firenze

IL PARTITO democratico ha scelto di partire con Bruno Trentin, sindacalista, politico e partigiano italiano. A lui è stato dedicato il primo di
battito della Festa - una discussione dal titolo «Bruno Trentin: Il coraggio dell’utopia quotidiana» - ad un anno esatto dalla sua morte avvenuta il 23 agosto 2007 per una polmonite.
«Trentin è l’uomo dell’utopia del quotidiano» ha spiegato Iginio Ariemma aprendo il dibattito. «È un uomo che mai ha rinunciato all’idea del progetto - ha continuato Ariemma -, ma che, allo stesso tempo, ha calato l’utopia nella realtà quotidiana. Bruno ha cercato di attuare un progetto di grande cambiamento della società cercando sempre nuove strade. Ha preso da suo padre la voglia di cambiare il mondo e di progettare nuove idee». Goffredo Bettini, braccio destro di Walter Veltroni, ha portato il suo contributo alla discussione ricordando che «nel Partito comunista e nel sindacato Trentin fu un uomo di tendenza, originale, innovatore e polemico. Un uomo che rappresentò un filone e che prese di punta, tra le altre cose, la pretesa dell’autonomia del politico e dell’autoreferenzialità della politica. La sua preoccupazione era che si creasse una sfera lontana dalla gente racchiusa in logiche tutte proprie». «Il pensiero di Trentin - ha continuato Bettini - e le sue intuizioni appaiono sempre più attuali in questo periodo in cui stiamo lavorando per costruire il Pd e in questo viaggio sento vicino Trentin e mi accorgo quanto ci manca e quanto ci serve».
Corinna Pugi, relatrice 17enne, ha fatto un paragone tra i suoi 17 anni e quelli di Trentin, che si è schierato dalla parte dei partigiani e dei lavoratori in una società omologata agli ideali del fascismo: «È necessario fidarsi dei giovani e responsabilizzarli». Enrico Panini, segretario generale della federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil, ha ricordato tre scelte importanti rispetto a cui Trentin ha segnato un passaggio importante: il superamento della componente comunista nel sindacato, l’uscita del sindacato dai Consigli di amministrazione e la nascita del sindacato confederale dei diritti a Chianciano Terme nel 1991. «Trentin ha teorizzato che i contratti di lavoro - ha detto Panini - dovevano prevedere la formazione continua e permanente dei lavoratori». Sull’attenzione alla centralità del lavoro di Trentin e sulla cultura della responsabilità ha puntato l’attenzione Emanuele Berretti, responsabile dell’organizzazione della Cgil Toscana. «Credo che per il futuro del Pd - ha affermato - si devono riscoprire questi elementi. Il lavoro deve essere inteso come realizzazione della propria identità personale e strumento per il cambiamento, proprio come diceva Trentin». Achille Passoni ha invece fatto riferimento al fatto che Trentin non selezionava mai i dirigenti per amicizia: «Trentin può rappresentare un pensiero alto del Pd. Nel suo pensiero erano dominanti l’autonomia e la libertà, il pensiero e l’azione».


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