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Unità: Dall’imposizione del maestro unico al taglio delle ore: caos a settembre

Meno materie e meno insegnanti: il frutto avvelenato della riforma. Quella che falcia 8 miliardi in 3 anni La Cgil: sarà un autunno caldo, pronti alla piazza

20/08/2009
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l'Unità

MARISTELLA IERVASI
Alice non troverà più la sua maestra Paola, «vista l’aria che tira» ha scelto di andare in pensione in anticipo. Matteo, un bambino autistico di 8 anni, non avrà più il tutor che l’affianca durante le lezioni (per lui le ore di sostegno sono state dimezzate da ventiquattro a dodici). La direttrice scolastica dell’istituto calabrese non poteva fare miracoli, ha detto ai genitori: «Purtroppo sono stata costretta, gli organici ministeriali sono questi. Ho tre bambini con handicap, mi sono stati concessi solo due insegnanti». Settembre è alle porte, il ministro «ombra» dell’Istruzione è in vacanza. E la scuola (e le famiglie), come al solito, sono alle prese con i problemi in solitudine. L’era Gelmini sta per scoccare. Da metà settembre si torna tra i banchi. Ma la scuola non sarà più la stessa: né quella quella dei bambini nè quella degli studenti-adolescenti. Fino ai ragazzi delle superiori. Restaurazione del maestro unico alle elementari, che poi sarà un maestro prevalente, nonostante il non gradimento delle famiglie italiane e la presa in giro del ministro: «Potete scegliere le 24, le 27, le 30 e le 40 ore», aveva promesso ai genitori all’atto delle iscrizioni alle prime classi. Ma alla fine a decidere sono i pesanti tagli all’istruzione.

Ovunque meno ore di lezione, mille magagne e questioni ancora aperte. A partire dal drammatico scenario dei precari: bidelli e docenti-supplenti, che se prima potevano contare su un lavoro «a tempo» ora sono degli «invisibili». E non finisce qui. Le scuole riaprono con l’incubo della bancarotta, perché sono senza fondi: neppure un euro in cassa per comprare la carta igenica al discount. Figuriamoci per l’ordinaria amministrazione.

Ammazzacattedre: ecco la controriforma Gelmini fatta solo di tagli. Una mannaia sull’istruzione imposta da Tremonti che la ministra unica ha avallato senza batter ciglio. Una “riforma” imposta dall’alto, senza alcun confronto con i sindacati e il mondo della scuola. Senza consultare nemmeno il Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione, senza alcuna riflessione teorica, giuridica e tantomeno pedagogica. Maestro unico e abolizione di tutte le compresenze, materie tagliate e alle superiori cattedere tutte 18 ore da subito. Insomma meno tempo scuola che alle medie, dove c’è anche il caos dell’inglese potenziato. Non solo, ovunque classi più affollate di studenti e sostegno ridotto all’osso. Poi dal 2010 il nuovo sistema dei Licei (dopo i tecnici e i professionali) ma via il biennio unico, con gravi disagi per l’adolescente incerto sul percorso di studi. Una controriforma disastrosa da ogni punto di vista. Sul piano occupazionale poi, dalle conseguenze devastanti: quasi da «macelleria sociale». Ma la Gelmini resta in vacanza.

Più soldi alle private, tagli alla scuola pubblica. È questa la filosofia del governo. Mentre alla Statale si tagliano 8 miliardi in tre anni, alle paritarie arriveranno risorse per 13,4 milioni. E invece per i precari della scuola pubblica non si muove paglia. A quasi 15 giorni dal ritorno tra i banchi non è stato definito uno straccio di provvedimento «salva precari».

Non solo. È ancora aperto il contenzioso sulle graduatorie a pettine. En ralenti persino le immissioni in ruolo: 8mila docenti, di cui 1.941 di scuola dell’infanzia, 553 di primaria, 734 di secondaria di I grado, 438 di secondaria di II grado e 4.303 di sostegno) e altrettanti Ata. Il rischio concreto è che l’anno scolastico cominci con aule zeppe di studenti, pochi insegnanti e con «buchi» persino in portineria e segreterie. Alla faccia della sicurezza degli studenti.

Scuola distrutta dai tagli. 42mila docenti e 15 mila tra bidelli, segretari e amministrativi in meno da subito. A questo numero vanno sommati i 18 mila precari-annuali, lasciati a spasso, senza alcun ammortizzatore sociale fino ad oggi. L’ultimo incontro con i sindacati e il Miur risale al 4 agosto scorso. La Gelmini punta ad una sorta di convenzione con l’Inps per creare liste di disponibilità di istituto per le supplenze brevi con il meccanismo del contratto di disponibilità. Una misura che necessita di un intervento legislativo in un decreto. Che a cascata provocherà la «guerra tra poveri».

Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil: «La mobilitazione resta alta. In autunno non escludo uno sciopero con manifestazione nazionale».


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