Unità-Dall'asilo all'università - uniti contro la Moratti
ROMA Fermare la Moratti è possibile. Ed è necessario. Poichè il mondo dell'istruzione, quella pubblica, abbia un futuro. Poichè abbia degli obiettivi e delle prospettive che non siano solo tag...
ROMA Fermare la Moratti è possibile. Ed è necessario. Poichè il mondo dell'istruzione, quella pubblica, abbia un futuro. Poichè abbia degli obiettivi e delle prospettive che non siano solo tagli in finanziaria o impoverimento dell'offerta culturale del Paese. Ogni ordine e grado della formazione pubblica (dalla scuola dell'infanzia alle università) si è dato appuntamento domani a Roma (a partire dalle 14) per proseguire la battaglia di opposizione alle volontà riformiste del ministro, ma anche per porre le basi all'edificazione di un nuovo modello di scuola. "Sarà una grande giornata "contro", ma anche una giornata "per"", commenta il responsabile del dipartimento Sapere, formazione e cultura dei Ds, Andrea Ranieri. La manifestazione ha una parola d'ordine: abrogazione della riformaMoratti. Ma come pensate debba configuararsi la scuola di domani? È molto importante che dietro a questo slogan converga il senso critico degli italiani che hanno bocciato in toto le logiche del ministro. Ma parlare solo di abrogazione sarebbe riduttivo. Noi come forza politica abbiamo un compito. Imprescindibile. Dobbiamo avviare una discussione su ciò che intendiamo proporre una volta al governo. Quali obiettivi vi siete posti? Ancora si tratta di proposte passibili a qualsiasi correzione o rettifica. Comunque tra le nostre priorità sicuramente rientra la generalizzazione della scuola dell'infanzia e la difesa del suo valore educativo. Tutti i bambini di qualunque status sociale o classe di reddito devono avere la possibilità di accesso alla scuola dell'infanzia. Una scuola che non sia un parcheggio e che abbia una forte valenza formativa. In questa direzione tra l'atro stiamo pensando di presentare una proposta di legge di un progetto educativo unitario dagli zero ai sei anni perchè anche il nido sia concepito come un servizio educativo e non più un servizio a domanda individuale. Poi credo che debba riaffermarsi il concetto della comprensività. Ovvero il considerare la scuola materna, elemenare e media come un ciclo unico per evitare che nel passaggio dalla neo scuola primaria alla scuola secondaria di I° grado si presenti una caduta che lascia indietro i più deboli. Inoltre vogliamo reintrodurre il tempo pieno garantito a 40 ore come lo avevamo conosciuto e frequentato fino a ieri nonchè aumentare l'obbligo scolastico fino al primo biennio della scuola superiore dove ahimè ancora si espellono il 30% degli iscritti. Infine oltre a ribadire l'importanza dell'autonomia degli istituti, è fondamentale difendere le peculiarità dell'istruzione tecnica affinchè non sia ridotta a semplice formazione professionale. Secondo uno studio dell'istituto Carlo Cattaneo e dell'associazione Treellle è emerso che per la maggior parte degli italiani la scuola debba avere tra le finalità principali la preparazione dei giovani al mondo del lavoro e lo sviluppo dell'autonomia cognitiva... Preparare al lavoro un ragazzo oggi come oggi significa insegnare alla gente molto più di quel che dovrà fare. Non è più sufficiente addestrare a un mestiere. Anche se purtroppo nella maggior parte dei casi il nostro sistema produttivo non è in grado di utilizzare al meglio la crescita culturale dei più giovani. La domanda di lavoro è più bassa e meno qualificata di quanto la scuola è in grado di produrre. Pertanto è necessario che ripensare anche ad un investimento delle strategie della conoscenza delle imprese. Altrimenti verrebbe messa in discussione la formazione come risorsa per il preminente per il futuro. E mentre tutta l'Europa parla di economia e della società della conoscenza, il nostro governo disinveste in formazione e trasforma il sapere in fattore di risparmio. Il sapere di base, quello necessario a far acquisire alle persone il diritto elementare di cittadinanza come il sapere d'eccellenza, risorsa preziosa per riprodurre la cultura di questo Paese. L'Italia è di fronte a un bivio e deve scegliere se stare nell'onda della competizione globale con prodotti e servizi di bassa qualità (il che significa comprimere salari e diritti dei lavoratori) oppure puntare ad un livello superiore attraverso l'impiego di menti forbite frutto di un'investimento sulla persona. Quindi domani a Roma simanifesterà per la scuola e per il futuro? Certo. E saremo in tanti perchè i movimenti, proprio per la loro prossimità con i cittadini, per la loro concretezza e la loro realtà, non ideologica e apolitica, sono riusciti a coinvolgere tutte le forze partitiche dell'opposizione nonché tutte le sigle sindacali. È una cosa straordinaria che va assolutamente salvaguardata.