Unità-Dagli statali i soldi per i ricchi
Dagli statali i soldi per i ricchi Per finanziare la riduzione delle tasse il governo tiene nel mirino il contratto del pubblico impiego Laura Matteucci MILANO Saranno i pensionati e ...
Dagli statali i soldi per i ricchi
Per finanziare la riduzione delle tasse il governo tiene nel mirino il contratto del pubblico impiego
Laura Matteucci
MILANO Saranno i pensionati e gli statali a pagare il sogno di Berlusconi, una riforma fiscale già dal 2005 per la quale servono 6,5 miliardi. E con loro, in termini di servizi tagliati o ridotti, tutti i cittadini. Quanto al rinnovo del contratto del pubblico impiego, se nei giorni scorsi si parlava di un aumento del 5,1%, già frutto di un compromesso, adesso la soglia potrebbe essere quella del 4%. Non un decimale in più e, semmai, qualcosa in meno.
Da Berlino, intanto, il ministro Siniscalco la butta là: "Non è più un tabù parlare di riforma del Patto di stabilità", annuncio sulla scia dell'intenzione già dichiarata da Berlusconi di voler aprire una battaglia in Europa per sforare il Patto, in modo da recuperare risorse (aumentando il debito). Il consigliere economico di Palazzo Chigi Renato Brunetta, però, frena: va bene riformare il Patto Ue, ma non per finanziare la riduzione delle tasse. "Per queste, bisogna ridurre la spesa corrente", sostiene.
Tra gli alleati di governo non c'è un solo punto di accordo. Casini avverte: "Priorità ai vincoli europei". An non intende mollare nè sul pubblico impiego nè sul Sud. E la Lega non può permettersi di toccare ancora le pensioni. La rissa che si è scatenata a Palazzo Chigi sulla mitica riduzione delle tasse richiede tempo per trovare "la quadra" (come direbbe Bossi), e la Casa delle libertà infatti rimanda a domani la prima stesura delle proposte, ma la caccia grossa alle risorse che serviranno a coprire la revisione delle attuali aliquote Irpef al 23%, 33% e 39% è in pieno svolgimento. E alcune ipotesi incominciano a prendere corpo.
Innanzitutto, quella del blocco pressochè totale del turn-over dei dipendenti statali (secondo un rapido calcolo della Cgil, questo significherebbe in tre anni 400mila posti in meno, un bel colpo per l'occupazione), che andrebbe solo in parte a finanziare il rinnovo del contratto, visto che comunque il governo ha intenzione di rosicchiare risorse anche da quello: dall'iniziale richiesta dell'8% di aumento, ultimamente si è passati all'ipotesi del 5,1%, e adesso all'interno di Forza Italia si pensa di non andare oltre il 4%. Non bastasse, la categoria rischia anche il blocco della contrattazione integrativa, il che produrrebbe "un disastro - come dice Carlo Podda, segretario generale della Fp-Cgil - anche dal punto di vista del funzionamento della pubblica amministrazione".
La Lega, la miglior alleata di Forza Italia in questo momento, è tornata all'attacco: "L'unico sistema è bloccare il turn-over degli statali", dice il ministro Roberto Castelli (Giustizia). Dopodichè aggiunge: "Sui pagamenti degli interessi del debito non si può agire. Sulle pensioni abbiamo già agito (anche se potrebbe non essere finita, ndr). Restano gli statali".
Blocco del turn-over significa che chi va in pensione non viene sostituito (evidenti i disagi che la riduzione del personale nei servizi pubblici produrrebbe sui cittadini), ma del resto anche andare in pensione potrebbe diventare più complicato. Ridurre le finestre pensionistiche è un'altra delle ipotesi da valutare, dicono infatti da Forza Italia. Un miliardo arriva inaspettato dalla mancata riduzione dell'Irap, che così com'è stata formulata si è solo attirata le ire di Confindustria. E poi? Il governo pensa a dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico, e a tagli alle spese intermedie dei ministeri. Visto che dal 2001 ad oggi la partita corrente è aumentata di 60 miliardi, ci sarà pur qualcosa da poter recuperare, sostengono i forzisti. Come dice Marigia Maulucci, della segreteria Cgil, il progetto è evidente: meno tasse, meno Stato, più privato.
Un fronte sul quale invece il governo potrebbe non intervenire, invece, è quello dei ticket sanitari, su farmaci e prestazioni: un'estensione risulterebbe troppo impopolare, a ridosso delle elezioni regionali perdipiù.
"A questo punto, una sola cosa è chiara: dopo le regionali ci sarà un'altra manovra correttiva", dice il segretario confederale Cgil Beniamino Lapadula. "Anche perchè continuando ad allargare il buco delle casse statali, rischiamo seriamente un declassamento del debito da parte delle agenzie internazionali di rating, con conseguente aumento degli interessi".
Sul piede di guerra anche l'Anci, l'Associazione dei Comuni, che ha convocato il Consiglio nazionale per il 2 dicembre proprio per esaminare la Finanziaria, peraltro già ampiamente criticata. Ieri, il presidente Leonardo Domenici ha scritto a Siniscalco una lettera di protesta contro il blocco delle assunzioni e della riqualificazione del personale.