Unità-Così hanno smantellato la scuola pubblica
ROMA Forza Italia ha fatto sapere che sabato pomeriggio,mentre sindacati, partiti, genitori, alunni e insegnanti, manifesteranno contro la riforma Moratti nelle vie di Roma, loro, gli azzurri, faran...
ROMA Forza Italia ha fatto sapere che sabato pomeriggio,mentre sindacati, partiti, genitori, alunni e insegnanti, manifesteranno contro la riforma Moratti nelle vie di Roma, loro, gli azzurri, faranno un'altra manifestazione. Nel comodo Hotel Parco dei Principi. Perché, ha spiegato il coordinatore Sandro Bondi, "la peggiore violenza è la menzogna: basta con le bugie della sinistra contro la riforma Moratti". L'appuntamento azzurro di sabato, spiega Bondi, sarà fondamentale perché "risponderemo alla campagna orchestrata a tavolino dalla sinistra basato sull'odio verso Berlusconi e questa maggioranza". Non parla alla sinistra, "sarebbe inutile", ma ai moderati della Margherita, consigliando "di prendere le distanze da questo ribellismo politico". Come era prevedibile sulle sue dichiarazioni sono piovute decine di repliche, dai sindacati, tutti, che rimandano al mittente le accuse, ai partiti, dai Ds ai Verdi. Da parte sua, Legambiente - che sabato sarà in piazza - risponde con qualche dato, fornito proprio dal Ministero dell'Istruzione, che non è più pubblica.
Scuola in liquidazione
Proprio ieri, infatti, è stata scritta l'ultima pagina del dossier "Scuola Pubblica: liquidazione... di fine stagione". Il quadro che emerge è allarmante, inconfutabile, malgrado i tentativi di Bondi di salvare il topolino partorito dalla montagna (di bugie) di viale Trastevere. In sintesi: cresce il numero degli alunni ma cala quello delle classi e degli insegnanti, diminuiscono il sostegno e le risorse finanziarie. Si tagliano sempre più i fondi alla scuola pubblica, ma si garantiscono alle parificate. Vengono depennate dall'elenco dei finanziamenti anche due delle famose "i" sponsorizzate dal premier: informatica e lingue straniere. È la fine della didattica. Dall'inchiesta dell'ormai comunista (è sicuro che il centro-destra lo dirà) Legambiente - settore scuola e formazione, curato da Vittorio Cogliati Dezza - vengono fuori notizie molto interessanti. Intanto, ancora una volta, emerge che la riforma punta ad un modello di scuola "che non combatte l'esclusione sociale", piuttosto aumenta le diseguaglianze. La seconda notizia, confermata da fonte autorevole (lo stesso Ministero), è che il piano di smantellamento procede secondo programmi, pezzo dopo pezzo, proprio come la manager di ferro aveva programmato accettando l'incarico conferitole dal premier. "Il disegno governativo procede su due piani - si legge nel dossier - che rappresentano due facce della stessa medaglia: quello legislativo e quello finanziario". Il primo (riforma dell'esame di maturità, legge 53, decreti attuativi), disegna lo scenario culturale e detta le condizioni organizzative che "alleggeriscono la spesa pubblica per la scuola"; il secondo "interviene direttamente sulla spesa, modificando drasticamente le condizioni operative e quindi il risultato formativo". Detto in altre parole: è stata avviata la liquidazione della scuola.
Le cifre
Se nell'anno scolastico 2001/02 i circoli didattici erano 2.703 e 2.691 l'anno successivo, in quello in corso sono ulteriormente scesi a 2.667. Inoltre la riaggregazione della scuola dell'obbligo ha portato alla chiusura di 4 dirigenze scolastiche e a un incremento di 41 unità negli istituti comprensivi che ormai rappresentano il 44,05% nella scuola del primo ciclo (materna-elementare e media). Rispetto a due anni fa cresce la scuola per l'infanzia di 37 nuovi centri, ma di contro la "scuola dell'obbligo", ne perde 180 di cui 169 scuole elementari e 11 scuole medie. Molto probabilmente, si rileva nel dossier, la diminuzione è dovuta alla presenza di pochi alunni nelle sedi distaccate e alle "pluriclassi" nei piccoli comuni, ma questi plessi, "sono veri e propri presidi culturali ed identitari perché collocati in piccoli comuni dove spesso la scuola è l'unica agenzia culturale". Nell'ultimo anno scolastico, inoltre, c'è stato un aumento di 44.044 alunni e una contemporanea soppressione di 202 classi e di ben 6.855 cattedre. Poco o niente se si considera il dato complessivo degli ultimi due anni: 15.580 cattedre soppresse; 382 classi in meno 63.146 alunni in più. Conseguenza: classi molto più numerose e rialzo del rapporto docente/alunni. "Questo è il risultato combinato di due tipologie di interventi - si legge nel dossier di Legambiente- aver portato per tutti l'orario di insegnamento alle 18 ore settimanali e la possibilità, su scelta del docente, di poter arrivare alle 24 ore settimanali".Da quanto è emerso dall'indagine dello scorso anno, "La scuola che cambia", effettuata dall'associazione ambientalista, è stato interessato dall'aumento dell'orario di lavoro oltre le 18 ore il 4,76% dei docenti, il 73,66% dei quali ha avuto un orario aumentato tra le 2 e le 4 ore settimanali. La conseguenza è stata una diminuzione della continuità didattico- educativa.
Tagli da paura
Malgrado l'aumento di 3.153 alunni nella scuola primaria, sono state tagliate 796 classi e 1.570 posti. Lo stesso accade se si guarda al tempo pieno: in seguito all'aumento della richiesta da parte delle famiglie sono cresciute ben di 668 le classi che lo adottano, rappresentando il 22,80% del totale delle classi. In risposta a questa crescente domanda è arrivato il decreto di attuazione della riforma che prevede il cambiamento di rotta. I tagli non hanno risparmiato il sostegno agli alunni portatori di handicap: criteri più rigidi per il riconoscimento dell'handicap, meno insegnanti e meno risorse (nel 2001-02 la diminuzione è stata del 45,19% per alunno, mentre l'anno scorso è stata del 27,22%). E infine, come se non bastasse: sono stati eliminati i fondi per gli alunni immigrati, malgrado l'aumento dei stranieri nelle scuole. Ha ragione Sandro Bondi: sulla riforma Moratti sono state dette molte menzogne. Dal governo.
Maria Zegarelli