FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3799953
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Corteo contro la Moratti, studenti aggrediti

Unità-Corteo contro la Moratti, studenti aggrediti

Corteo contro la Moratti, studenti aggrediti Centomila in piazza contestano la "riforma", davanti a palazzo Chigi 8 feriti nei tafferugli Parte la carica, la Questura: "Ci hanno oltraggiato". La...

26/10/2005
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Corteo contro la Moratti, studenti aggrediti

Centomila in piazza contestano la "riforma", davanti a palazzo Chigi 8 feriti nei tafferugli
Parte la carica, la Questura: "Ci hanno oltraggiato". La Digos: "Gli agenti hanno agito di testa loro"

di Roberto Monteforte / Roma

"VERGOGNA", "Dimissioni", "Fuori, Fuori": lo hanno scandito, urlato, ritmato, migliaia di studenti universitari e medi che ieri hanno portato sino a Montecitorio l'indignazione e la protesta della scuola e dell'università italiana contro il governo Berlusconi e soprat-
tutto contro la riforma dello stato giuridico dei docenti universitari che proprio ieri è stata votata alla Camera dei Deputati. E si sono trovati di fronte, immediata, la provocazione dei parlamentari di An e poi le cariche della polizia.
La parlamentare Santanché che mostra il dito medio alzato. Ignazio La Russa che insieme al "ministro" Landolfi e ad altri colleghi di partito si schiera davanti l'ingresso di Montecitorio, nei pressi delle "transenne di contenimento" presidiate dai poliziotti. Gli animi si surriscaldano. Gli studenti gli urlano "buffone" e "fascista". Un funzionario delle forze dell'ordine lo invita a rientrare a Montecitorio per evitare provocazioni. Il deputato lo minaccia, gli "ordina" di far sgombrare la piazza dai manifestanti. E la tensione sale. In precedenza un gruppo di manifestanti ha provato a "sfondare", a raggiungere piazza Montecitorio da via Uffici del Vicario: i Carabinieri li respingono e sbarrano la strada. Prima di fuggire i giovani lanciano due razzi fumogeni. Al momento non vi sono altre cariche. I giovani contestatori, che arrivano alla spicciolata, in modo pacifico e a volto scoperto, si affiancano così a ricercatori e docenti universitari che sin dalla mattina presidiano la piazza. Anche loro protestano contro il Ddl Moratti sullo stato giuridico. Un "Berlusconi pezzo di m... " scandito dal battito delle mani, rimbomba nella piazza. È un boato. E poi "Dimissioni", "Vergogna", "Andate a lavorare" rivolto ai parlamentari della maggioranza. Critiche dure, animi esasperati. I ragazzi sentono, drammatica l'incertezza per il loro futuro. I deputati dell'opposizione incontrano gli studenti. Fabio Mussi, Alba Sasso, Paolo Cento, Oliviero Diliberto e Walter Tocci altri cercano di placare gli animi. La manifestazione ufficiale si era già chiusa. Un corteo imponente - parlano di centocinquantamila persone gli organizzatori - "determinato" ma pacifico ha percorso la città. Da piazza Esedra sino a piazza Navona. Una manifestazione autoconvocata, autofinanziata e autogestita dagli studenti. Dai collettivi studenteschi che hanno occupato La Sapienza e le altre università italiane, dagli aderenti all'Unione degli Studenti e dell'Udu (Unione degli Universitari). "A volto scoperto e a mani alzate" questa è stata l'indicazione ripetuta dagli speaker dal "camion palco" che apriva il corteo. Anche quando a corso Rinascimento, all'altezza di via di Torre Argentina e poco più in là, in via Sant'Andrea della Valle e nelle altre viuzze parallele, gli studenti cercano un varco per raggiungere piazza Montecitorio. È il loro obiettivo. È li che si sono fronteggiati con le forze dell'ordine e che vi sono state le prime cariche. Episodi circoscritti, ma i poliziotti colpiscono duro. Restano feriti anche dei giornalisti. Vengono colpiti persino i parlamentari che si erano frapposti tra manifestanti e forze dell'ordine. Ma sono soddisfatti gli organizzatori: "Obiettivo raggiunto. Siamo arrivati in modo pacifico a Montecitorio. È un diritto di libertà".
Poi vi è il secondo episodio. Nel pomeriggio continua il sit-in di massa davanti alla Camera. Gli organizzatori decidono di "scortare" sino alla stazione Termini gli universitari di Padova e di altre città del Nord che devono tornare a casa. È una decisione concordata con i responsabili dell'ordine pubblico. Si forma un corteo. Quando i giovani sfilano davanti piazza Colonna scatta a freddo la carica della "Celere". Restano a terra feriti otto giovani. Cinque hanno bisogno delle cure dei sanitari. Due i giovani fermati, vengono accusati di aver sputato addosso ai poliziotti. Poi,grazie all'intervento dei parlamentari, saranno rilasciati. Un'altra carica vi è stata sempre nei pressi di Montecitorio. Denunciano violenze anche gli studenti che in serata erano tornati ad occupare la Sapienza. "Una violenza gratuita, un gesto inaspettato, ingiustificato, inutile e illegittimo" commenta Fabio, uno degli organizzatori la manifestazione. Ci tiene a sottolineare che "il corteo era assolutamente pacifico e in quel momento stava rientrando". Quella violenta carica ha avuto anche un'effetto destabilizzante perché ha impedito agli studenti di mantenere il presidio davanti alla Camera. Avrebbero voluto fare pressione sui parlamentari per "delegittimare la discussione su quel Ddl che incide in maniera così drammatica sulla ricerca e sulle condizioni presenti e future degli studenti, rendendole più precarie". Bruciano quelle manganellate, soprattutto a manifestazione conclusa e contro studenti che in modo ordinato si allontanavano pacificamente. Cerca di ridimensionare le cose il responsabile della Digos della capitale, dott. Giannini che in serata è in piazza Montecitorio e discute con gli studenti. Condanna quella carica. Assicura che è stato un atto isolato, di alcuni agenti che hanno perso il controllo. Che non vi sono intenti repressivi. I giovani non si dicono persuasi. Chiedono siano individuati e puniti i responsabili. Ma in serata la Questura li giustifica. A fine giornata, mentre un gruppetto di irriducibili stava ancora discutendo su cosa fare, studenti si sono dati da fare per pulire la piazza dalla cartaccia e dai resti di un si-tin duranto l'intera giornata. Il Parlamento approva la riforma ma il movimento non si ferma.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL