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Unità-Contro i ricercatori l'ultima vendetta della Moratti

ANDREA RANIERIIl responsabile Dipartimento Sapere dei Ds: "Sono i rettori a dirlo" "Contro i ricercatori l'ultima vendetta della Moratti" "Una vendetta contro un mondo, quello delle universi...

28/09/2005
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l'Unità

ANDREA RANIERIIl responsabile Dipartimento Sapere dei Ds: "Sono i rettori a dirlo"

"Contro i ricercatori l'ultima vendetta della Moratti"

"Una vendetta contro un mondo, quello delle università, che si è opposto con fermezza a una riforma sconsiderata". Questo, secondo Andrea Ranieri, responsabile del dipartimento Sapere, formazione e cultura dei Ds, sarebbe il vero scopo del disegno di legge di cui ieri, in senato si è cominciato a discutere. Una proposta che rivede la normativa che regola lo status giuridico dei docenti universitari, eliminando di fatto la figura del ricercatore e che renderà sempre più difficile l'ingresso dei giovani nel mondo accademico. Una proposta che è arrivata al Senato senza il vaglio della commissione parlamentare Istruzione e cultura, e che la maggioranza potrebbe approvare ricorrendo al voto di fiducia. Una proposta che, oltretutto, pur disponendo l'aumento degli stipendi per i contratti a tempo determinato, non prevede nessuna risorsa aggiuntiva da erogare agli atenei.
"Una vendetta,- continua Ranieri - un colpo di coda sferrato da chi, in questo mondo, non ha trovato consensi. Una sciagura per tutto il paese".
Da cosa nasce questo giudizio tanto negativo?
"Lo ha spiegato chiaramente, la settimana scorsa, Piero Tosi, il presidente della conferenza dei rettori. Questa legge manda nel caos l'università italiana, non risolve nessun problema e non solo. Essendo un provvedimento a risorse zero aumenterà i costi per le università dell'autonomia senza fornire risorse. Nonostante si presenti come un ddl efficientista usa, in realtà, misure corporativistiche e inoltre si sta sfruttando il caos nella maggioranza per far passare, nella disattenzione generale, un atto che è destinato davvero a fare dei danni".
Cosa ne sarà dei giovani ricercatori?
"Sarà sempre più difficile, per loro, riuscire a trovare lavoro. I ricercatori senza un rapporto professionale vero sono 50mila, tanti quanti i docenti. E comunque, nel mondo, ne abbiamo meno di tutti i paesi industrializzati e quelli che ci sono se ne preferiscono andare all'estero. Ma li trattiamo, lo stesso, come se ne avessimo tantissimi, come se fosse necessario rendergli la vita più difficile".
Quali sono le proposte dei Ds in merito a questo ddl tanto osteggiato?
"Innanzitutto chiediamo che il provvedimento si fermi. Non si possono gestire scienza e università, il futuro del nostro paese, a colpi di maggioranza. Noi Ds invitiamo a prendere in considerazione un'ipotesi condivisa che possa investire sul lungo termine. Apriamo un grande dibattito e troviamo opinioni comuni. Comuni non solo al mondo politico ma anche alle università, ai sindacati, alle imprese. Noi siamo disponibili al confronto col governo e avevamo, anche, indicato alcuni punti su cui riteniamo necessario discutere: la revisione del sistema di valutazione degli aspiranti professori e una misura che permetta un rapido inserimento lavorativo per i giovani ricercatori".


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