Unità: Contratto scuola Referendum Cgil: Il 95% dice «no» 18 marzo sciopero
E sempre sul fronte scuola si profila una sonora bocciatura per il maestro unico. Le iscrizioni alle prime classi si chiudono questo sabato. Da una prima ricognizione, pare che le famiglie abbiano scelto il tempo pieno invece che l’unico docente voluto dalla Gelmini
La Cgil non ha sottoscritto il rinnovo del contratto della scuola. Aveva chiesto a Cisl, Uil, Snals e Gilda prima di indire un referendum tra i lavoratori. E poi, semmai, firmare. Ma nessuno delle altre organizzazioni sindacali ha voluto seguire il «consiglio» di Guglielmo Epifani, leader della Confederazione dei lavoratori. E così ecco i risultati: il 94,65% dei votanti ha «bocciato» il contratto. Quasi 400mila i partecipanti al referendum (376.926), il 40% della categoria. E 250mila persone non erano iscritti alla Cgil. L’84% si è espresso per il «no» anche attraverso un parallelo sondaggio condotto on line. Numeri importanti. «I lavoratori della scuola - ha detto Epifani - vogliono poter decidere su quello che li riguarda». E Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, ha aggiunto: «Non abbiamo sottoscritto l’intesa perché insufficiente a recuperare il potere di acquisto dei salari. Il contratto non propone alcuna soluzione al problema del precariato e non risponde alle attese del mondo della scuola sul versante professionale».
Immediata la replica di Raffaele Bonanni, Cisl: «Il segretario della Cgil non è nè un arbitro nè un notaio. Dico a Epifani che i problemi sono altri e farebbe bene a porseli».
In occasione della conferenza stampa sull’esito del referendum, la Cgil ha anche ufficializzato la decisione di andare ad uno sciopero nazionale per il 18 marzo. A fermarsi insieme alla scuola saranno anche l’università, la ricerca e l’Alta formazione artistica e musicale (Afam). Nel giorno della mobilitazione si terranno anche 18 manifestazioni territoriali in tutta Italia.
E sempre sul fronte scuola si profila una sonora bocciatura per il maestro unico. Le iscrizioni alle prime classi si chiudono questo sabato. Da una prima ricognizione, pare che le famiglie abbiano scelto il tempo pieno invece che l’unico docente voluto dalla Gelmini. Le famiglie però conosceranno l’esito dell’assegnazione in classe solo dopo la dotazione organica. Le scuole stanno facendo salti mortali per accontentare tutti. Ma i tagli restano pesanti.