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Unità-"Con la nuova legge più potere ai baroni"

IL PRORETTORE Università di Torino "Con la nuova legge più potere ai baroni" "Con un singolare e inquietante caso di eterogenesi dei fini, il riordino della docenza nonostante l'opposizione ...

27/10/2005
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l'Unità

IL PRORETTORE Università di Torino

"Con la nuova legge più potere ai baroni"

"Con un singolare e inquietante caso di eterogenesi dei fini, il riordino della docenza nonostante l'opposizione forse per la prima volta pressoché unanime di tutte le componenti del mondo universitario viene presentato come uno strumento di modernizzazione dell'Università, destinato ad abbattere i privilegi dei baroni, a riportare serietà e rigore nei concorsi, ad aprire le porte dell'Università a molti giovani che ne erano esclusi". È lo sfogo di Sergio Roda, il Prorettore dell'Università di Torino. "In realtà - dice Roda - i nuovi meccanismi concorsuali ampliano anziché diminuire il potere baronale, così come i concorsi nazionali, che rappresentano non una novità ma un ritorno al passato. L'estensione del precariato, infine, determina la nascita di una più numerosa fascia 'debole' di aspiranti docenti facilmente esposti al ricatto 'baronale'". Ma c'è anche di peggio: "Il problema di fondo che la nuova legge non risolve affatto è quello del rapporto fra qualità dell'insegnamento e della ricerca e le risorse. La legge ha un alto costo, ma tutto a carico dei bilanci delle università". Difatti la riforma Moratti prevede che l'attuazione avvenga "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica". Secondo Roda, la situazione diventa drammatica se si pensa "alla grave diminuzione del finanziamento per i prossimi anni con risultati prevedibilmente disastrosi. La la nostra ricerca universitaria si situa al 7° posto nel mondo, a fronte di finanziamenti che pongono il nostro paese fra il 40° e il 50° posto. Ciò vorrà pur dire qualcosa rispetto alla eccellenza della maggior parte dei professori e ricercatori italiani spesso dipinti come fannulloni corrotti".
(testimonianza raccolta da Tonino Cassarà)


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