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Unità-Chi è contro la riforma?". Carabinieri in una scuola romana

Chi è contro la riforma?". Carabinieri in una scuola romana di Mariagrazia Gerina "Permette una domanda? Tutto bene con l'avvio dell'anno scolastico? Segnali di scioperi o proteste contro la rif...

21/09/2004
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l'Unità

Chi è contro la riforma?". Carabinieri in una scuola romana
di Mariagrazia Gerina

"Permette una domanda? Tutto bene con l'avvio dell'anno scolastico? Segnali di scioperi o proteste contro la riforma Moratti da parte degli insegnanti della sua scuola?", si è sentito domandare, il primo giorno di scuola, il preside di una scuola media romana - la Rossini di via Fosso dell'Osa - da due carabinieri in divisa, incaricati di monitorare la situazione all'inizio dell'anno scolastico. C'erano con lui alcuni insegnanti. Discutevano di come coprire i "vuoti" lasciati scoperti dalle mancate nomine annuali (per via del caos delle graduatorie) e di problemi di questo genere, che la gestione Moratti ha seminato in questa come nelle altre scuole, periferiche o centrali, della penisola.

Il gelo

"Una cosa da regime!", commentano gli insegnanti nel corridoio. I primi a mobilitarsi sono due di loro, che preferiscono restare anonimi. Ne danno notizia ad Adista e all'agenzia di stampa Apcom, contattano i sindacati. A quel punto, anche il preside conferma. "È vero, mi hanno fatto proprio quelle domande", ci spiega il signor Lino Fazio, che è preside nella scuola Rossini da tre anni. Una scuola come tante altre, all'estrema periferia Est della città, lungo la via Prenestina che in questo tratto, oltre il raccordo anulare, attraversa paesaggi misti tra città e campagna. Alle pareti, alcuni murales e mosaici. In bacheca, sventola un fascicolo - che si può staccare e consultare - che mette seccamente a confronto le ore di lezione nel vecchio e nel nuovo modello - sopra scritto a penna "Riforma Moratti". Chissà se hanno appuntato anche questo i due carabinieri, lo scorso 13 settembre, nel loro giro di ronda per le scuole del quartiere.

Proprio alla sua scuola, è toccato dare l'allarme. "Hanno detto proprio così, che si trattava di un controllo a tappeto", ripete il preside, che ancora non riesce a darsi conto dell'accaduto, ma che avrebbe preferito, anche, non fare clamore - per questo non ha pensato a denunciare per primo l'episodio. Lo scorso anno, un contatto con i carabinieri c'era già stato, ma l'oggetto della conversazione in quel caso era stato tutt'altro. Un ragazzo aveva rubato un cellulare ad una sua compagna di classe e poi aveva chiesto del denaro per restituirglielo. "Sa questa è una zona difficile. In casi del genere, può capitare di avere a che fare con i carabinieri". Di dover parlare con loro di riforma e degli orientamenti degli insegnanti proprio non se lo aspettava.

Ds, Verdi, Comunisti italiani, annunciano sull'episodio interrogazioni parlamentari al ministro dell'Interno Beppe Pisanu e a quello dell'istruzione, Letizia Moratti. "I carabinieri negli istituti non hanno proprio nulla a che fare con libertà della scuola e autonomia scolastica, tanto invocate dal ministro", attacca Chiara Acciarini (Ds). "No alle liste di proscrizione", grida il verde Paolo Cento. "Se confermato, l'episodio sarebbe un tentativo di ispezione in un posto di lavoro, quando lo sciopero è tra i diritti espressamente garantiti e tutelati dalla Costituzione", ribadisce Gabriella Pistone dei Comunisti Italiani. Parlano di clima teso i sindacati. "Alle lettere inviate in queste settimane da diversi solerti direttori scolastici regionali, che invitano i Dirigenti scolastici a far cambiare le decisioni ai Collegi dei Docenti relative alla Legge 53, ora si aggiunge questo inquietante episodio", attacca Enrico Panini, segretario della Cgil Scuola. Piero Bernocchi, Cobas: "È sbalorditivo. Chiediamo al ministro se l'arma chiave per imporre la sua impopolarissima riforma sarà d'ora in poi l'Arma dei carabinieri".

Il ministero: non c'entriamo. Il ministero - in un breve comunicato - si dichiara del tutto estraneo alla vicenda. Mentre i carabinieri smentiscono. O meglio, ammettono di aver fatto visita alla scuola Rossini. Spiegano anche che non si tratta di un'iniziativa sporadica, ma di un monitoraggio, di routine, all'inizio dell'anno scolastico. Un monitoraggio, che, spiegano dalla prefettura, dovrebbe riguardare questioni di sicurezza, la prevenzione rispetto alla droga, per esempio. Certo, non la riforma. Quello che l'arma invece smentisce è il contenuto della conversazione che si è svolta in quella occasione, alla presenza di alcuni insegnanti, tra i carabinieri e il preside della scuola Rossini. "Hanno chiesto è semplicemente se era tutto a posto", spiegano al comando provinciale di Frascati, da cui dipendono i due carabinieri. Una domanda generica, insomma. Che però sia i professori che il preside ricordano in modo dettagliato.


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