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Unità: Cgil: una terapia d’urto per far fronte alla crisi

Noi non abbiamo avversari nelle altre organizzazioni e abbiamo una parola sola. La scelta degli accordi separati l’abbiamo subita

06/11/2008
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l'Unità

La Cgil al contrattacco. Epifani presenta un piano in sei punti per difendere l’occupazione e i redditi e mette in cantiere uno sciopero generale perché a pagare la crisi non siano i lavoratori, i precari e i pensionati.«Penso a quanti in Italia incontrando un africano gli dicono “sporco negro”, penso alla pseudo cultura del cortile di casa...». Pensieri amari che Guglielmo Epifani affianca alla «grande soddisfazione» per l’elezione di Barack Obama. I delegati della Cgil che affollano il Palasport di Roma, rispondono con un’ovazione per il neopresidente americano, cosa mai vista prima. Ma se oltreoceano le cose cambiano e cambiano la storia, nella piccola Italia si assiste a un dejà-vù, il sindacato diviso dall’abile regia di un governo ostile al sindacato, mentre la crisi economica comincia a mietere posti di lavoro e a indebolire i redditi. Per nulla rassegnata a farsi mettere all’angolo - «non ci riusciranno», avverte Epifani - la Cgil va alla controffensiva: proposta e protesta. Racchiusa in sei punti c’è la terapia per fronteggiare la crisi. E una serie di lotte già in cantiere verranno «unificate» in uno sciopero generale. Le modalità le deciderà il Direttivo.

Due le considerazioni a base dell’iniziativa. La prima è che non debbano essere i più deboli a pagare la crisi. La seconda è che l’intervento dello Stato, invocato (e ottenuto) dalle banche, ma anche dalle imprese, deve esserci a maggior ragione per chi la crisi la subisce senza averne responsabilità. «Il governo deve intervenire, il Paese è in recessione e ci resterà nel 2009; la sua Finanziaria è inadeguata, ci vogliono 9 minuti per fare i tagli e mesi per le riforme. Ma non siamo più in tempi di 9 minuti. L’esecutivo apra un tavolo anticrisi». Un intervento fiscale sulle tredicesime potrebbe servire. «La presidentessa di Confindustria ha detto che non abbiamo bisogno di spot. Rispetto le opinioni di tutti - afferma Epifani - ma quello che per lei è uno spot per milioni di persone è un aiuto a vivere con più dignità». Viale dell’Astronomia viene chiamato in causa anche sui migranti. La Cgil propone di sospendere per due anni la legge Bossi-Fini per tutelare i lavoratori stranieri che perdendo il posto, perderebbero anche i requisisti per restare in Italia: «Una schifezza, moralmente e socialmente. Quanti hanno aiutato le imprese del Paese per anni pagherebbero due volte la crisi. Cosa pensa Confindustria di questa proposta?». «Capisco la posizione della Cgil, ma non la condivido», replica il vicepresidente Alberto Bombassei, «il problema richiederebbe soluzioni concordate a livello europeo».

L’unità sindacale, una ferita aperta. La Cgil spiega le ragioni che l’hanno portata a non firmare il protocollo Brunetta: una su tutte, gli aumenti sono la metà dell’inflazione reale. «Posso chiedere a Cisl e Uil - ha detto Epifani - perché a ottobre accettano quello che non hanno accettato a giugno?». «I lavoratori chiedono unità - continua il leader Cgil - queste divisioni non le abbiamo volute noi. Noi non abbiamo avversari nelle altre organizzazioni e abbiamo una parola sola. La scelta degli accordi separati l’abbiamo subita». Nel pomeriggio di ieri i segretari di Cisl e Uil hanno tenuto una conferenza stampa sempre sulla crisi, decisa dopo che la Cgil aveva indetto la sua assemblea. «Sono contento,così potremo confrontarci nel merito e non con insulti». Auspici. La conferenza stampa di Bonanni e Angeletti sta lì a dire che le divisioni ci sono e restano, che si traducono in «dispettucci» che non si sa a quale logica rispondano. Ma certo non aiutano né il sindacato né i lavoratori.

FELICIA MASOCCO

ROMA


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