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Unità-Centinaia di firme contro la legge per i repubblichini di Salò

Centinaia di firme contro la legge per i repubblichini di Salò Nicola Tranfaglia Confesso che non me lo aspettavo. Quando l'Unità pubblicò il 27 febbraio scorso il mio breve appello...

09/03/2005
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l'Unità

Centinaia di firme contro la legge per i repubblichini di Salò

Nicola Tranfaglia

Confesso che non me lo aspettavo.
Quando l'Unità pubblicò il 27 febbraio scorso il mio breve appello che invitava gli storici, e in generale le donne e gli uomini che parlano ai giovani del nostro passato, a protestare per il disegno di legge n.244, vicino ormai all'approvazione in parlamento, che equipara i militari che hanno combattuto nel 1943-45 per la repubblica sociale italiana ai militari cobelligeranti nella seconda guerra mondiale e dunque prima di tutto ai partigiani, pensavo che la questione poteva appassionare in particolare gli studiosi dell'età contemporanea piuttosto che tutti gli storici e assai meno i lettori di questo giornale.
Ma in questi dieci giorni ho constatato che le cose non stanno così.
In primo luogo ho ricevuto, al mio indirizzo telematico, più di quattrocento firme di studiosi e insegnanti non soltanto dell'età contemporanea ma di quella moderna, medievale e antica.
E di molti non italiani che hanno appreso miracolosamente dall'appello attraverso una sorta di tam tam che ha percorso il paese e ha superato di molto il numero pur cospicuo dei lettori dell'Unità. Vale la pena ricordare che nessun altro quotidiano ha condotto una campagna contro questa legge e che naturalmente i telegiornali si sono ben guardati dal parlarne anche soltanto per esporne i termini o per anticipare quello che tutti a livello politico e parlamentare dicono in queste settimane.
Che si tratta, cioè, soltanto del primo passo cui seguirà la campagna da parte di Alleanza Nazionale e della maggioranza di centro-destra per attribuire ai reduci e agli eredi di Salò medaglie e onorificenze che rendano in tutto pari i combattenti per l'Italia libera e democratica e quelli che si batterono per Hitler e per il nuovo ordine europeo.
È un esempio notevole di quella "memoria condivisa" che gli editorialisti della stampa governativa, e anche molti che amano definirsi terzisti sostengono un giorno sì e uno no sulle principali testate quotidiane e settimanali del nostro paese.
Nell'impossibilità di pubblicare tutte le firme raccolte fino a questa mattina (altre stanno arrivando con un ritmo che ormai è di circa cento al giorno) la direzione ha deciso di pubblicarle sul sito del giornale all'indirizzo www.unita.it
Tra gli storici più noti che hanno firmato fino ad oggi l'appello vorrei ricordare almeno Giorgio Rochat, Mario Isnenghi, Luisa Passerini, Marco Meriggi.


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