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Unità: Caro Mussi, la ricerca si salva così

Francesco Lenci

23/11/2006
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l'Unità

Onorevole Signor Ministro, caro Fabio,

La stima profonda che ho nei tuoi confronti e l'antica comune militanza nel Pci penso mi autorizzino a scriverti questa lettera aperta. Certamente la mia personale pluriennale attenzione e preoccupazione per le sorti del Cnr (Ente nel quale ho scelto di lavorare dal 1968) mi impone di farlo.
Mi rendo ben conto delle difficoltà che in questo momento il governo deve superare e dei problemi che deve risolvere, ed apprezzo sinceramente il tuo impegno a cercare di contenere quanto più possibile i tagli ai finanziamenti alla ricerca. Autorevoli scienziati hanno già sottolineato quest'aspetto assai meglio di quanto potrei fare io. Voglio, invece, sottoporre alla tua attenzione alcune considerazioni sull'emendamento che autorizzerebbe il governo «ad adottare, su proposta del ministro dell'Università e della Ricerca, di concerto con il ministro per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione e con il ministro dell'economia e delle finanze... uno o più regolamenti al fine di provvedere alla ricognizione e al riordino degli enti pubblici nazionali di ricerca a carattere non strumentale, vigilati dal ministero dell'Università e della Ricerca, disponendo anche lo scorporo di strutture e l'attribuzione di personalità giuridica, l'accorpamento, la fusione e la soppressione...».
Fin dall'agosto del 2002, quando si ebbero le prime avvisaglie dei contenuti del decreto di riordino degli Epr della Signora Moratti, moltissimi di noi intrapresero un cammino di motivata aperta contestazione che è continuato in maniera coerente fino alla fine del governo Berlusconi.
Uno degli aspetti più intollerabili di quel decreto era il disprezzo per la comunità scientifica del Cnr e del Paese. In più occasioni molti di noi hanno sostenuto e scritto che all'origine del disegno morattiano c'erano ignoranza ed arroganza, oltre ad una inaccettabile visione aziendalistica del mondo della ricerca. In diverse occasioni pubbliche ho sostenuto che il «nuovo» Cnr della Signora Moratti sarebbe stato diretto e controllato dal governo e indicato questo come un fatto deplorabile e pernicioso qualunque fosse il governo alla guida il Paese, senza nessun coinvolgimento della comunità scientifica (fatto più unico che raro nel panorama scientifico internazionale).
Credo che la stragrande maggioranza dei miei colleghi senta urgente una radicale revisione dell'architettura generale del sistema ricerca del nostro Paese ed una profonda riorganizzazione di tutta la rete scientifica, ma sono convinto che questo processo non può e non deve essere avviato e condotto con strumenti che sono, nello spirito e nella lettera, una vera e propria cancellazione dei diritti/doveri di autogoverno della comunità scientifica.
Sono, naturalmente, a tua disposizione per eventuali ulteriori approfondimenti e ti ringrazio fin d'ora per l'attenzione. Un saluto fraterno.


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