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Unità: Cara Marcegaglia chi ricerca trova...

Lettera aperta alla Signora Emma Marcegaglia, Presidente Confindustria

29/04/2008
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l'Unità

Gentile Signora Marcegaglia,
purtroppo non sono riuscito a trovare il testo completo del Suo intervento di Mercoledì 23 Aprile e debbo fare riferimento a quanto riportato dagli organi di informazione. Mi scuso fin d’ora, per eventuali imprecisioni.
Ho molto apprezzato le Sue dichiarazioni programmatiche ed il Suo impegno ad avviare grandi progetti intersettoriali al fine di migliorare la qualità e la quantità della ricerca, che attualmente è indubbio rappresenti l’anello debole del sistema italiano.
Nessuno sembra mettere in dubbio che la competitività economica e le possibilità di sviluppo sociale del nostro Paese dipendono anche dal livello del potenziale tecnologico e dal grado di diffusione di questo nei diversi settori produttivi e nei servizi. Penso anche, però, che a questa percezione è necessario si connetta la consapevolezza che la tecnologia avanzata ed innovativa è il punto di arrivo di un lungo processo che non può non muovere dalla “produzione di conoscenze”, che solo, la ricerca fondamentale può creare.
Gli investimenti nel lavoro che ha come scopo primario la produzione di conoscenze possono certamente far nascere ricerche applicative innovative e prodotti di alto contenuto tecnologico, ma quando e se questa “filiazione” avverrà, in molti campi può non essere prevedibile. D’altra parte, qualunque sia il settore preso in esame, la tecnologia avanzata ed innovativa è il punto di arrivo di un lungo processo che muove dalla ricerca di base, per sua natura libera ed a “rischio conoscitivo”, ed il privilegiare l’investimento di risorse in attività con immediate ricadute, non solo penalizza la ricerca fondamentale, ma in tempi relativamente brevi viene anche a svuotare di competitività e potenziale innovativo la stessa ricerca applicata. È solo con la produzione di conoscenze che il sistema ricerca del nostro Paese può essere trainante anche rispetto al sistema industriale, evitando perniciosi subordinamenti a sistemi produttivi caratterizzati da visioni a breve termine o addirittura di mera sopravvivenza.
Quanto questo legame tra ricerca fondamentale e ricadute applicative sia stretto e vitale è autorevolmente reso evidente da un vecchio documento firmato dai Presidenti e Direttori Generali di quindici delle più importanti imprese americane (IBM, Bell, General Electric, Texas, Chrysler, Martin Marietta, Eli Lilly,...) nel quale si afferma che la ricerca di base gioca un ruolo di cardinale importanza per l’avanzamento delle conoscenze, che è stato determinante per le industrie americane il poter utilizzare sia i risultati delle ricerche di base sia gli scienziati formatisi in queste attività e che sarebbe disastroso per le industrie americane se il Governo non finanziasse in maniera adeguata una ricerca di base «vibrante e lungimirante».
Mi auguro che su questi temi possa rapidamente istaurarsi un fruttuoso confronto e dialogo tra Lei e la comunità scientifica italiana.
Mi permetta, prima di concludere, di esprimerLe sconcerto e dissenso profondo per le Sue preannunciate richieste di modificare le norme introdotte dal Governo uscente sulla sicurezza sul lavoro. Ella sembra considerare l’inasprimento delle sanzioni «una scelta profondamente sbagliata» e pensare che la soluzione debba essere trovata nella diffusione della cultura della sicurezza, anche promuovendo «corsi di formazione aziendale innanzitutto per responsabilizzare imprenditori e controparti sindacali». Condivido, ovviamente, questi ultimi Suoi auspici e progetti, ma non riesco a vederli contrastanti con l’inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi non rispetta la legge, rendendosi responsabile di vere e proprie stragi pressoché quotidiane.
La ringrazio dell’attenzione e Le invio cordiali saluti

Francesco Lenci

Consiglio Nazionale delle Ricerche, Pisa


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