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Unità: Cambiano classe ai figli: ci sono gli stranieri, puzzano

Ragusa, i genitori al preside: basta con rumeni e indiani. La maestra: così ci hanno ghettizzato

22/03/2007
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l'Unità

di Massimo Franchi

«SONO SPORCHI, non li vogliamo in classe con i nostri figli». Tre genitori italiani di una seconda elementare di Vittoria (Ragusa) l’hanno avuta subito vinta. Troppi
stranieri in classe: passi per i tunisini, che a Vittoria sono quasi di casa. Ma quando sono arrivati indiani e soprattutto rumeni sono diventati irremovibili. La minaccia di cambiare scuola ha provocato immediatamente lo spostamento verso le altre due classi seconda (entrambe senza stranieri) della scuola “Filippo Traina”, deciso dal dirigente scolastico a cui i genitori si sono rivolti. E così la maestra Rosalba è rimasta sola a combattere la sua battaglia per l’integrazione. La sua classe in prima contava di 14 italiani e 4 stranieri, ora conta (secondo la direzione della scuola) di otto stranieri e di otto ragazzi italiani. «Ci hanno ghettizzato - denuncia con la voce ferma data da un’esperienza più che ventennale in scuole di frontiera -. Fin dalla formazione delle prime classi chiedevo che i ragazzi stranieri venissero divisi sulle tre classi. E invece sono finiti tutti nella mia perché si andava a preferenza e non a sorteggio: i genitori più ricchi non volevano stranieri e allora li hanno messi tutti da noi. Io faccio il mio lavoro e mi sono anche affezionata a questi ragazzi. Vivono spesso in case senza comodità e quindi è normale che abbiano problemi a vestirsi e a lavarsi». La maestra Rosalba ha un’idea alta della scuola e allora si è impegnata allo spasimo per integrare i ragazzi. «Durante l’anno sono arrivati tre rumeni e un indiano che non sanno una parola nè di italiano che di inglese. Li aiutiamo io e i giovani del servizio civile anche lavandoli qua e con i disegni sono riuscita a comunicare con loro che piano piano si sono affezionati a me e ai compagni italiani. Non perdono un giorno di scuola e si impegnano tanto per imparare». Un’integrazione che però ha spaventato tre coppie di genitori dei bambini italiani. «Lo spostamento non mi è neanche stato comunicato, sul registro di classe ho ancora i loro nomi. Il problema è che le classi sono confinanti e in cortile i bambini italiani evitano gli stranieri: una vera ghettizzazione. Io sono orgogliosa di accoglierli, ma le discriminazioni non le accetto. Dalle colleghe e dalla preside non ho avuto solidarietà: le altre insegnanti non amano avere troppi stranieri in classe». Per fortuna i restanti otto bambini italiani hanno genitori meno intolleranti. Hanno fatto sapere che è «assurdo isolare bambini stranieri» e sono rimasti a combattere con Rosalba la battaglia dell’integrazione.
La dirigente scolastica responsabile Angela Riolo si difende. «Io sono arrivata a gennaio, le classi prime non le ho fatte io. Non è vero che i genitori hanno chiesto che i loro figli fossero spostati perché i bambini stranieri puzzano. Magari è vero che abbiano detto che gli alunni stranieri rallentano l’insegnamento e io ho raccolto il loro invito solo perché si sono lamentati della maestra Rosalba», con una procedura quanto meno insolita. Rivendica poi la scelta di aver inserito i bambini rumeni tutti nella stessa classe: «In questo modo possono comunicare tra loro e integrarsi più facilmente» e imputa alla maestra la collocazione del bambino indiano: «Io dopo qualche mese volevo spostare il bambino in prima elementare, è stata lei a dirmi che si era affezionata e che voleva rimanesse nella sua classe». E annuncia battaglia: «Si dicono falsità, ora segnalerò la maestra al Circolo scolastico».
Il sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia ha inviato una lettera ai suoi assessori perché verifichino il caso. Chiede di appurare in base a quali procedure o decisioni amministrative, si sia potuto verificare un tale episodio. «Qualora dovesse essere appurato che le cose siano andate proprio così - ha dichiarato – ritengo che l’amministrazione comunale debba intervenire per correggere una stortura che nulla ha che vedere con i processi di integrazione e che è diseducativa per tutti: piccoli e grandi».


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