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Unità-Bufera sull'ateneo fai-da-te che piace a Berlusconi

Il premier aveva firmato il decreto il 25 marzo, ma ha ordinato: "La notizia sia data solo quando sarò io lì".Il 30, cioè, per la campagna elettorale Bufera sull'ateneo fai-da-te che piace a...

02/04/2005
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l'Unità

Il premier aveva firmato il decreto il 25 marzo, ma ha ordinato: "La notizia sia data solo quando sarò io lì".Il 30, cioè, per la campagna elettorale

Bufera sull'ateneo fai-da-te che piace a Berlusconi

Villa S. Giovanni, un'università privata nata "alla chetichella". Per protesta si dimette il rettore di Reggio Calabria

Aldo Varano

REGGIO CALABRIA Anche Villa San Giovanni ora ha la sua università. Il ministro Moratti, mettendosi sotto i piedi le richieste della Conferenza nazionale dei rettori italiani e le implorazioni a desistere dei rettori calabresi e siciliani, ha firmato il via libera definitivo il 25 marzo. Ma Berlusconi pare sia stato preciso: "Tenete la notizia ferma per cinque giorni, fino al 30 quando andrò a Reggio". Così il presidente del Consiglio ha stupito e sorpreso tutti: "Vi ho portato due università nuove: quella di Villa già approvata, e quella per Stranieri che da una indiscrezione ho saputo che sarà prossimamente i varata". Certo, Berlusconi a Reggio c'era venuto per Calipari. Ma fatte due battute sul fedele servitore dello Stato ucciso a Baghdad mentre cercava di proteggere Giuliana Sgrena, ha sgranato - lo ha denunciato Marco Minniti - le mirabolanti cose del suo governo e, tra queste, l'università di Villa: un comizio elettorale. Ieri Sandro Bianchi, segretario della Conferenza dei rettori e rettore dell'Università Mediterranea di Reggio, s'è dimesso. "Sono indignato" ha scandito dando voce alla rivolta dei suoi colleghi. "Almeno una ventina di loro - dice mentre sta per imbarcarsi per Roma - mi hanno telefonato o hanno spedito messaggi. Non mi hanno avvertito prima per far dare la notizia a Berlusconi". Si ferma pensando a elezioni e voti e si lascia andare: "Del resto, quando questo signore venne a trovarmi per informarmi che voleva fondare una università, alla fine mi disse: 'E perché non ci siano ambiguità glielo dico da subito: questo è un progetto firmato Forza Italia'. Accanto a lui c'era l'on. Caminiti, eletto a Villa San Giovanni". Oltre Bianchi avrebbe potuto dimettersi anche l'assessore regionale alla cultura del centro destra, anche lui contro. Come gli amministratori comunali di Reggio per non dire dei tre rettori calabresi.
Per ora l'università di Villa (decisa in fretta e furia a pochi giorni dalle elezioni come la devolution, a dimostrazione che a rimetterci è sempre il Sud) ha solo due facoltà: Legge ed Economia; si aspetta per odontoiatria (il vero business) contro cui ha tuonato l'Associazione degli odontoiatri bloccandola per il momento. Anche all'università di Reggio c'è Legge. I locali sono decentrati a sud della città, nella frazione Archi. In linea d'aria, cinque o sei chilometri più in là della nuova facoltà di Villa che si specchia, proprio di fronte, a Messina, dove c'è una prestigiosa facoltà di Legge. Insomma, in un fazzoletto di pochi chilometri ci saranno tre facoltà di Legge e due di economia.
Ma com'è nata l'università Europea di Villa San Giovanni che il suo schioppettante fondatore ha dedicato, un ictus di modestia, a se stesso, battezzandola università Ranieri? Ranieri a un certo punto della sua vita ha smesso di fare agende da vendere agli enti locali. Ha deciso di mettere a frutto la sua esperienza nel settore della formazione. Non quella universitaria, ma quella professionale. Naturalmente s'è posto il problema degli studenti e dei quattrini, condizione per fondarla. Di solito, gli studenti arrivano dal territorio o da lontano, in questo caso attirati o dal prestigio dell'università o da altre convenienze. I quattrini servono per professori, biblioteche, laboratori, ricerca. L'insieme di questi problemi il nostro ex creatore di agende li vuole risolvere con fidi da ottenere grazie al valore del palazzo (di uno dei componenti il comitato promotore) che ospiterebbe l'università (affitto, dopo il primo anno gratis, circa 600 milioni l'anno) e soprattutto coi soldi delle tasse degli studenti che pagheranno 5000 euro l'anno. Cifra altissima rispetto al costo medio delle università italiane e, soprattutto, proibitiva per le possibilità medie della Calabria che è nel gruppo di coda nel reddito pro capite (in media all'Università mediterranea si pagano 300 euro l'anno). Non si capisce perché per studiare nell'università di Villa con professori che non potranno che essere rimasugli di altri atenei dove non hanno fatto carriera, gli studenti reggini dovrebbero sborsare 5000 euro potendo, con molto meno, studiare a Reggio risparmiandosi cinque chilometri di strada o a Messina (sei chilometri in linea d'aria). Insomma, Villa è fuori mercato per il bacino d'utenza. Solo un matto la sceglierebbe avendo di meglio e di più sotto casa. Non arriverà allora neanche un cane di studente disposto a tirar fuori 5000 euro? La conclusione sarebbe superficiale e sballata.
Gli studenti arriveranno. Certo che arriveranno! Da tutta Italia. Saranno molti, coi capelli sale e pepe e i figli studenti a casa. Burocrati e rampanti a cui la laurea serve per la carriera o per scrivere avv. sui bigliettini. E ci saranno anche i giovani, quelli che nell'università vere non riescono a metterci piede perché non superano le selezioni o collezionano bocciature. Paghi 5000 euro e strappi il titolo. E chi paga vorrà proprio vederla la faccia di chi oserà fare storie se confondi odontoiatria con cardiologia, la parte lesa con l'imputato. Perché mai spendere soldi con gli istituti che preparano i fuori corso? Basterà scriversi a Villa.
Sarebbe un colpo durissimo per il sistema universitario calabrese impegnato nello sforzo straordinario per accrescere il suo prestigio e il suo peso ancora lontani dai riconoscimenti necessari. Può esserci chi ha interesse, in Italia, a creare una discarica universitaria che allenti la rigidità del sistema offrendo lauree facili a ritardatari, raccomandati, ciucci, acquirenti. Ma creare la discarica in Calabria sarà un colpo per questa terra. Da qui la ribellione di Bianchi e dei rettori di tutto il paese.


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