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Unità: Brunetta ha la sua legge il Pd vota contro. La Cgil: la contrasteremo

Via libera dal Senato alla legge delega sulla «produttività del lavoro pubblico».

26/02/2009
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l'Unità

Via libera dal Senato alla legge delega sulla «produttività del lavoro pubblico». Per la Cgil si sancisce la fine della contrattazione nel settore pubblico. Il ministro ammette ora che le sue norme sono perfettibili.Con qualche affanno e con la promessa di migliorarla, in sede di emanazione dei decreti, governo e maggioranza hanno ieri, al Senato, portato al traguardo la legge delega sulla «produttività del lavoro pubblico», conosciuta come «normativa Brunetta antifannulloni».

Il Pd che aveva lavorato parecchio per perfezionare il testo e che, nel corso della prima lettura, a Palazzo Madama, si era astenuto, con l'auspicio che fosse, alla Camera, ulteriormente migliorato, ha votato ieri contro il provvedimento, sostenendo che, nell'altro ramo del Parlamento, era stato addirittura peggiorato.

Fannulloni

Era riuscito, nel corso di una prima votazione, a far mancare il numero legale («senatori di maggioranza fannulloni» ha ironicamente commentato Maria Fortuna Incostante); successivamente non ha partecipato al voto, in segno di netto dissenso dall'articolato voluto dal governo. Particolarmente criticata l'ambiguità della norma che sembra far prevalere la legge sul potere contrattale. «Una strisciante vocazione - constatano Incostante e Manuela Granaiola, Pd- a risolvere per legge le relazioni di lavoro». «Sancisce la fine della contrattazione nel settore pubblico, tornano le leggine» è il commento della Cgil.

Il ministro ha enfatizzato il voto, parlando di «prima riforma istituzionale del governo Berlusconi, voluta da Pdl e Lega», di «piccola grande rivoluzione per 60 milioni di italiani» e ha attaccato la «sinistra» per il no («se n'è lavata le mani» ha tuonato).

Precari fuori

La «rivoluzione» consiste nel prevedere che un contratto di lavoro successivo non possa vanificare la legge; relazioni sindacali parificate a quelle del settore privato; nuove norme su efficienza, valutazione del lavoro dei dipendenti, valorizzazione del merito; requisiti per i concorsi (residenza); una diversa casistica per sanzioni disciplinari, meriti, incentivi e premi; riforma dell'Aran; monitoraggio della spesa relativa all'applicazione delle prerogative sindacali.

Per la Cgil ci si ritroverà con «tantissimi precari che perderanno il lavoro; la penalizzazione dei lavoratori disabili; l'aumento dell'età pensionabile delle lavoratrici; contratti di lavoro che non difenderanno il potere d'acquisto; un sistema contrattuale che penalizzerà il reddito dei lavoratori».


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