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Unità: Bimbi, mamme e merendine: la protesta è un baby-girotondo

La carica degli under 12Piccoli, anche piccolissimi: «Ma lo sappiamo perchè siamo qui» Pietro, Bianca e gli altri«Un-due-tre stella, la scuola si ribella». E le nonne portano la pizza

31/10/2008
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l'Unità

I bambini delle scuole primarie che hanno sfilato insieme a genitori, insegnanti: striscioni colorati, fumetti e game boy. «Difendiamo la nostra scuola». E Carlo mostra il cartello: «Bambino strumentalizzato».Pietro, Bianca, Rosy, Loredana, che insieme non fanno 40 anni, sono freschi e pimpanti quando arrivano in piazza della Repubblica. Un po’ bagnati, perché la pioggia ha deciso di dar tregua soltanto poco prima della partenza del corteo. Tirano fuori dallo zaino le maglie bianche su cui hanno scritto con un pennarello nero «Tutti insieme per la scuola di tutti». Sono emozionati: srotolano il loro striscione e danno il via alla loro prima manifestazione. «Noi siamo qui per una cosa giusta, siamo coinvolti personalmente», spiega Bianca, nove anni. «La Lotta è dura, non ci fa paura» gridano Snals e Cgil insieme, sistemati poco più in là. «Un, due, tre, Stella, la scuola si ribella», rispondono gli alunni. I bambini delle scuole del I° municipio di Roma conquistano il posto in testa al corteo, ma c’è troppa gente, ci sarebbe bisogno di più spazio per poter fare i girotondi. Meglio avanti. Ma ovunque c’è tanta gente. È una grande festa di famiglia. Presidi e mestre, mamme, bambini urlano gli stessi slogan. Ci sono anche i papà, tanti. Come Bruno, imprenditore, che si è preso un giorno di ferie ed è qui per sua figlia Sara, 9 anni.

Fernanda, 65 anni- una busta piena di pizza bianca e succhi di frutta alla pesca perché «servono zuccheri» - è la nonna di Lorenzo. «È la prima volta che manifesto con mia figlia e mio nipote, ma è in gioco il futuro di tutti». Daniele ha 12 anni, l’età in cui la mamma ti può baciare ma solo a casa e invece oggi, «quanto è bello stare insieme». «Non è vero che non sappiamo perché scendiamo in piazza, come qualcuno vuol far credere - spiega-: manifestiamo contro la Gelmini», Carlo, compagno di classe: «Precisamente contro la Riforma». C’è la polizia, tanta, ma i bambini non se ne accorgono. Sono più attratti da tutte queste versioni della faccia della ministra: che ride, con i denti da vampiro, minacciosa.

Carlo, giubbotto di jeans, caschetto biondo, cartello verde in mano: «Bambino strumentalizzato». Soffia senza sosta nel fischietto rosso. La madre, Giovanna lo tenta con la cioccolata: è tregua. La piccola Sofia è partita mercoledì sera da Siracusa con mamma Nelly, insegnante delle elementari «Principe di Napoli». Stanca? «È bellissimo». «Figo», per il piccolo Matteo. 8 anni, «Strano», per Zeno, 9 appena compiuti. Il Gatto, la Volpe e Pinocchio sono i cartelli più ammirati: li hanno disegnati gli insegnanti di Vigone, nel torinese. Mentre il corteo sfila sotto Villa Medici e Sofia, 39 anni, arrivata da Cosenza, si commuove - «Non avevo mai visto Roma»- c’è chi urla: «Fate largo». È un fotografo che vuole immortalare uno striscione che si muove raso terra. C’è scritto: «Gelmini ti combatteremo con cuore (disegnato, ndr) di bambini». Poco sopra spuntano le testoline dei manifestanti, subito dietro le mamme. Un chilometro indietro c’è il Cesare Battisti, la scuola dei Cesaroni, quelli della fortunata serie Tv, che sfila con una bara nera per celebrare il funerale della scuola. Una corsa in avanti e riecco qui le scuole del primo Municipio. hanno raggiunto piazza del Popolo. «Abbiamo fame». Merendine, pane, profumo di mortadella. Marta e Alice, arrivate da Anguillara, lanciano palloncini.

I bambini «strumentalizzati» intonano l’Inno nazionale, leggono fumetti e leccano gelati. Massimo, Daniele e Claudio, scuola elementare del quartiere Nomentano prendono una decisione: «Adesso però giochiamo con il game boy». Poi si va via: spazio a chi ancora non è entrato in piazza.

MARIA ZEGARELLI

ROMA

mzegarelli@unita.it


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