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Unità-Berlusconi: statali, si ridiscute tutto. Epifani: "È l'8 settembre del governo"

13.05.2005 Berlusconi: statali, si ridiscute tutto. Epifani: "È l'8 settembre del governo" di red Un Consiglio dei ministri dal quale il governo esce in rotta, con il ministro della funzione pu...

14/05/2005
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l'Unità

13.05.2005
Berlusconi: statali, si ridiscute tutto. Epifani: "È l'8 settembre del governo"
di red

Un Consiglio dei ministri dal quale il governo esce in rotta, con il ministro della funzione pubblica Mario Baccini che si affanna a spiegare che l'accordo con gli statali non c'è ma Berlusconi incontrerà le parti sociali per un esame ad ampio raggio della situazione, prendendo in considerazione i contratti e la situazione economica.

Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, non ha mezze misure: per lui è un 8 settembre. "Siamo di fronte all' 8 settembre del Governo Berlusconi" commenta il leader della Cgil. "Dal Consiglio dei ministri di oggi è emersa chiaramente l' ammissione della gravità della crisi che suona come il fallimento della politica del Governo".

Subito dopo il consiglio dei Ministri Berlusconi ha tentato di recuperare qualche consenso con una conferenza stampa, dove ha condito il solito profluvio di promesse ("taglierò l'Irap di 12 miliardi già quest'anno", "anticiperemo la finanziaria, se è possibile") e di colpe degli altri ("taglio delle tasse ha fatto il solletico, ma la colpa è della Ue"), con il rilancio del ricatto agli statali: "Auspico che si possa firmare il contratto degli statali, però che questi sono i dipendenti di tutti i cittadini e che c'è un 60% dei contratti privati ancora da rinnovare. Allora da una parte c'è un aumento di 86 euro, quello dei privati, dall'altro c'è chi propone per i lavoratori pubblici, i loro dipendenti, un aumento molto più alto. E questo stona".

In pratica l'esecutivo si rimangia l'accordo che Baccini stesso e altri tre membri del Governo (tra cui il sottosegretario alla Presidenza, Letta) avevano raggiunto con i sindacati confederali martedì sera. "Il consiglio dei ministri- ha spiegato l'Udc Mario Baccini - ha dato mandato al presidente del consiglio di convocare le parti sociali più rappresentative proprio per decidere le politiche più giuste e concordate". Si punta a riaprire la trattativa unendo il tema dei contratti a quello della crisi economica. Governo e parti sociali discuteranno del rinnovo del contratto del pubblico impiego alla luce degli ultimi dati del Pil, ha affermato il ministro delle riforme Calderoli. Il teorema è evidente: se il Pil cala è obbligatorio rivedere tutte le cifre al ribasso, a cominciare dagli stipendi.

L'imbarazzo della maggioranza è evidente: dopo che Udc e An avevano sostenuto senza mezze misure che i soldi per il contratto degli statali c'erano, la decisione del consiglio dei ministri di riaprire le trattative con i sindacati legandole alla congiuntura economica è una specie di schiaffo, facendo prevalere la linea della Lega e di Berlusconi, contrario ad un aumento agli statali attorno ai 100 euro. Anche Alemanno, ministro di An, mastica amaro ma cerca di trovare una giustificazione all'ennesimo altolà alla trattativa: "La convocazione delle principali parti sociali da parte del Presidente del Consiglio per discutere non solo dei contratti sul pubblico impiego, ma di tutta la situazione economica del Paese, dopo i dati sul Pil pubblicati dall'Istat, è un importante atto di responsabilità politica" spiega.

Ma Epifani, che nella serata di venerdì si è incontrato con i vertici delle altre confederazioni e con i sindacati di categoria, non ci sta proprio: "Se non diranno immediatamente un sì o un no alla nostra proposta, che è immodificabile, scenderemo in lotta". Il sindacato "non accetterà nessuno scambio tra le risorse destinate ai lavoratori pubblici e altre destinazioni di questi soldi, perché sono soldi che questi lavoratori aspettano da due anni".


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