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Unità: Austerità d’autunno, i sindacati sono in fermento: «Niente tagli alle retribuzioni»

La Cgil: se mancano soldi, tassare le rendite finanziarie

21/08/2007
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l'Unità

Austerità d’autunno, i sindacati sono in fermento: «Niente tagli alle retribuzioni»

Si profila un nuovo confronto con Padoa-Schioppa, che parla di «investimenti senza debiti». La Cgil: se mancano soldi, tassare le rendite finanziarie

di Giampiero Rossi / Milano

SACRIFICI L’autunno è di nuovo alle porte, si avvicina la stagione della finanziaria, preceduta dalle inevitabili schermaglie. E, come al soli-
to, la dialettica tra governo e sindacati parte dalla questione del “rigore” da seguire, o meno, nella gestione della spesa pubblica. La parola d’ordine del ministro dell’Economia è “austerity”. Tommaso Padoa-Schioppa non ha dubbi: «La strada del rigore è obbligata». E assicura: «Investiremo ma senza debiti». Tradotto, significa che prospetta una serie di tagli consistenti alla spesa. A cominciare dalle retribuzioni pubbliche fino ad arrivare a consistenti razionalizzazioni nella pubblica amministrazione. Cioè proprio ciò su cui i sindacati non sono per niente d’accordo e già chiedono al governo di rispettare i patti siglati prima della pausa estiva.
Il primo altolà arriva dalla Cgil: «Sugli stipendi degli impiegati pubblici c’è un impegno vincolante del governo che deve essere tradotto in risorse da inserire nella prossima Finanziaria - afferma il segretario confederale Marigia Maulucci - ci sono vari modi per controllare le dinamiche della spesa. A cominciare da una riduzione degli sprechi e dei costi della politica. Ma è riduttivo dire, come fa Padoa-Schioppa, che controllare la spesa significa passare anche attraverso una riduzione degli stipendi pubblici. Se questa è la strada a cui pensa il governo noi non la possiamo condividere». La Cgil, ricorda ancora la sindacalista, «è stata la prima a denunciare gli sprechi di risorse ma ora è arrivato il momento di fare una operazione radicale. In pratica, il governo deve essere libero da ogni condizionamento politico e da interessi clientelari». Per ottenere risorse, poi, l’esecutivo, dice Maulucci, «deve proseguire sulla strada della lotta all’evasione fiscale e si decida anche a mettere mano ad un innalzamento dell’aliquota sulle rendite finanziarie».
Molto preoccupata anche la Cisl: «Il quadro descritto da Padoa-Schioppa prelude sicuramente ad un autunno di difficoltà. Per questo è necessario convocare subito un tavolo di concertazione in vista della presentazione della Finanziaria - dice Pier Paolo Baretta - l’economia italiana è ancora molto fragile e presenta sicuramente elementi di rischio. Il ministro presenta un piano molto serio e rigoroso». Ma di fronte a un possibile giro di vite sulle retribuzioni pubbliche la Cisl invita a non cedere ad atteggiamenti allarmistici. E sulla stessa linea si pone la Uil: «Alla fine la politica del rigore di Padoa-Schioppa si traduce solo in tagli per il settore del pubblico impiego. Così non si può andare avanti. Non si può pensare di tagliare sempre servizi e personale - dice il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo - se questo paese in cinquant’anni ha avuto uno sviluppo è anche grazie al pubblico impiego. Quindi ora non trovo giusto che Padoa Schioppa, per reperire risorse, pensi di sommare questo capitolo agli altri. Il ministro sa benissimo che le dinamiche salariali si sono mosse sempre entro i tetti dell’inflazione programmata».


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