Unità: Altro colpo di mano: via 4mila scuole nei piccoli Comuni
Di nuovo per decreto, ma questa volta per nascondere la norma che chiuderà migliaia di scuole, ci si è serviti di un decreto che riguardava la sanità.
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Altro colpo di mano del governo sulla scuola.
Per la precisione il numero 154 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dal titolo "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali". L'articolo è il numero 3 (Definizione dei piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali 1). «I piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali, devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica previsti dal presente comma, già a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con la procedura di cui all'articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, diffida le regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica".
Tradotto: quindici giorni (ne sono già passati quattro) per preparare il piano che deve accorpare le scuole con meno di 500 alunni, così da tagliare almeno un posto di dirigente scolastico e uno di direttore dei servizi amministrativi (l'ex segretario) e altre cattedre da risparmiare.
Il primo a denunciare la cosa è l'ex ministro Beppe Fioroni: «La norma sull'accorpamento, e la conseguente chiusura, degli istituti scolastici con meno di 500 alunni inserita di soppiatto dal governo in un decreto riguardante la Sanità, conferma ciò che avevamo preannunciato in Aula, e cioè che per effettuare i tagli alla spesa scolastica imposti da Tremonti non basterà il ritorno al maestro unico. Oggi hanno cominciato con le scuole sotto i 500 alunni, più di 4000 istituti, per arrivare poi al taglio degli insegnanti di sostegno. Queste sono le bugie della Gelmini».
A dargli manforte il ministro ombra del Pd Maria Pia Garavaglia: «Non solo con norme inserite in decreti riguardanti altre materie, ma anche nascondendo i problemi gravi che ha la scuola viene alla luce la poca chiarezza degli impegni sbandierati dal ministro Gelmini, che continua ad abusare della parola "riforma". Siamo di fronte a scelte distruttrici, altro che riformatrici». È quanto dichiara Maria Pia Garavaglia, ministro dell'Istruzione del governo ombra. «Chiedo alla ministra di dirci come faranno, dopo la chiusura imposta per decreto degli istituti con meno di 500 alunni, i ragazzi di Capri o delle Eolie a raggiungere la terra ferma? E chiedo alla Lega di farci sapere come possa condividere un attacco tanto diretto e smodato all'autonomia degli Enti locali su di un tema di loro esclusiva competenza? È questo il modo con cui ci prepariamo ad andare al federalismo?», conclude Garavaglia.
Da parte sua la Gelmini grida alla «disinformazione». «Le dichiarazioni degli onorevoli Fioroni e Garavaglia sono incomprensibili ed arbitrarie. Non ci saranno la paventata chiusura di 4000 istituti, nè il taglio degli insegnanti di sostegno, nè l'attacco all'autonomia degli enti locali. Come al solito - aggiunge - la sinistra tenta di fare disinformazione con la vecchia tecnica secondo cui una falsità ripetuta molte volte diventerebbe una verità. Ormai però gli italiani hanno capito, non credono più a certi trucchi e sostengono in pieno l'azione del governo».