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Unità: Allarme Cgil: nel 2008 retribuzioni a crescita zero

Le retribuzioni crescono quanto l’inflazione, vuol dire che non crescono. Ma il trend non è uguale per tutti: in 6 anni i lavoratori dipendenti hanno perso 1600 euro, i professionisti ne hanno guadagnati 9mila.

28/12/2008
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l'Unità

Le retribuzioni hanno avuto quest’anno la stessa dinamica dell’inflazione: sono cresciute tanto quanto il costo della vita. Vale a dire, sono rimaste ferme, crescita zero. Ma solo sulla carta o, come si dice, nominalmente. Se nel calcolo si inserisce l’aumento delle tasse per la mancata restituzione del drenaggio fiscale, si vede che i lavoratori con busta paga e i pensionati ci hanno rimesso a fine anno 360 euro in media.
È l’Ires, il centro studi della Cgil a prendere in esame la tendenza di stipendi e salari con un ricerca anticipata ieri e che sarà diffusa integralmente in gennaio nel corso di una iniziativa che il sindacato di Corso d’Italia dedicherà appunto a fisco e salari. L’inflazione è cresciuta del 3,4-3,5% e ha quindi fagocitato gli aumenti salariali. Dallo studio emerge anche che insiste e persiste una forbice tra il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti e quello degli autonomi o liberi professionisti. Tra il 2002 e il 2008 i redditi di operai e impiegati sono stati particolarmente colpiti. Le famiglie con a capo un dipendente hanno infatti perso 1600 euro cui va aggiunto il mancato recupero del fiscal drag. Va meglio, molto meglio se a capo della famiglia c’è un imprenditore: nello stesso arco di tempo l’aumento del reddito è stato pari a 9 mila euro.
I consumi ne risentiranno presto. «Secondo i nostri dati il calo della domanda è un dato reale e destinato a peggiorare nel 2009 in assenza di interventi a sostegno dei redditi», spiega il segretario confederale Cgil Agostino Megale. «Verso marzo e aprile ci ritroveremo con un’ulteriore flessione dei consumi mentre sarà in crescita il ricorso alla cassa integrazione che già oggi coinvolge 360 mila addetti e 6mila imprese». La Cgil ha chiesto e continua a chiedere al governo l’apertura del tavolo anticrisi indicando tre priorità. La prima è il sostegno al reddito di chi ha perso il lavoro nel 2008: per i precari ancora per quest’anno non sono previsti ammortizzatori sociali, «ma il problema- continua Megale - riguarda anche la cassa integrazione in deroga, i fondi sono insufficienti». Complessivamente il governo ha stanziato 1 miliardo per i vari interventi, «ce ne vorrebbero almeno 3», per la Cgil. Il secondo nodo che verrà presto al pettina riguarda proprio i lavoratori in cig. Resistere un mese con 750 euro si può, eventualmente, fare. Quando i mesi diventano più d’uno - e le previsioni vanno in questa direzione - la situazione diventa drammatica, «noi chiediamo una rivalutazione degli assegni», afferma il dirigente sindacale. Terzo punto, i salari e le pensioni «che non possono non essere sostenuti. Non c’è stata detassazione della tredicesima, né restituzione del fiscal drag. Nè ci sono impegni per il 2009. Se non si opera con una riduzione strutturale del peso fiscale, la recessione la pagheranno i lavoratori e i pensionati».
Occupazione, salari, pensioni e investimenti dovrebbero essere all’attenzione del governo. «Va attivato subito il tavolo per l’emergenza crisi - conclude Megale -. La Cgil lo ha chiesto con lo sciopero del 12 dicembre e continua a chiederlo».


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