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Unità: Accademie e conservatori La scommessa di Milano

Nando Dalla Chiesa

31/03/2008
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l'Unità

Il verdetto di Parigi arriverà oggi. Se Expo sì o Expo no, per la Milano che cerca il suo futuro. Ma domani il futuro di Milano farà comunque un passo avanti. Avrà infatti il suo battesimo ufficiale Milanoaccademie, il polo di alta formazione artistico e musicale nato sotto il governo Prodi. Un polo voluto in una strategia di sviluppo dell’intero sistema delle accademie e dei conservatori. A lungo fondato su istituzioni autoreferenziali. Ma che in questi anni sono state spinte e incoraggiate a costruire reti territoriali: tra sé, tra sé e altre istituzioni pubbliche (teatri, scuole civiche, fondazioni culturali), tra sé e università, tra sé e soggetti privati di assoluta qualità operanti nel campo dell’alta formazione. Lo scopo di questi poli? Mettere in condizione le istituzioni che vi partecipano di promuovere progetti ambiziosi, di pesare di più nell’elaborazione culturale, di esercitare una più elevata massa critica nella competizione internazionale. E poi di contare di più nei rapporti con le autorità di governo, locali e nazionali, anche in vista dell’ottenimento di servizi e sostegni adeguati (a partire dal diritto allo studio). Oltre che di creare più larghe e più alte opportunità professionali per i loro giovani e giovanissimi talenti.
Sono nati così i poli di Genova, Verona, Carrara-Pietrasanta, Catania e appunto Milano. E nascerà la settimana prossima quello di Napoli. Ognuno con una propria missione specifica. Quello di Milano, anziché puntare a valorizzare uno specifico campo di discipline, punta a offrire al sud Europa il polo di formazione generale più forte, completo e competittivo. Può farlo perché in pochissime altre città europee esiste una concentrazione così alta di istituzioni: Brera, il conservatorio Verdi, la Nuova accademia di Belle arti, la Scuola di ballo della Scala, la Scuola di arte drammatica Paolo Grassi, la Domus Academy, giusto per restare ai soci fondatori di Milanoaccademie. Tutte in grado di interagire, specialmente come soggetto integrato, con una galassia in perenne movimento di istituzioni formative, ma soprattutto con il mondo dell’editoria, dello spettacolo, della musica, della moda, della grafica, delle arti visive.
Troppo spesso, in effetti, quando si pensa al mondo dell’alta formazione milanese si fa automaticamente riferimento solo al sistema delle università, che segna da tempo (e nel bene) la qualità sociale e culturale dell’esperienza cittadina. E si trascura il più piccolo ma preziosissimo mondo della formazione musicale e artistica, che trasmette e rielabora originalmente un grande patrimonio artistico che affonda le sue radici nella assoluta unicità della nostra storia nazionale. Non è certo per caso se la presenza degli studenti stranieri in queste istituzioni è sensibilmente più alta che nel sistema universitario.
Domani dunque questo cammino avrà la sua prima uscita ufficiale. In una cornice di pubblico allargato ai cittadini si susseguirà un fitto calendario di eventi. Al mattino diversi protagonisti (docenti, intellettuali, politici) si confronteranno sul futuro dell’alta formazione nella cultura, nella società e nell’economia milanese. Lo faranno a Palazzo Marino, visto che il governo ha coinvolto in questo progetto anche il Comune. Poi, nel pomeriggio, tutte e sei le istituzioni si apriranno al pubblico: un open day in piena regola, per visitare le strutture didattiche e comprendere da vicino il lavoro che vi viene svolto. E anche per godere di performance artistiche appositamente allestite per i visitatori (si potrà anche partecipare a una seduta di trucco all’Accademia Teatro alla Scala). Infine, a partire dalle 18, una serie di spettacoli gratuiti aperti a tutti. Dal concerto di musica da camera del Conservatorio allo spettacolo teatrale "Il lutto si addice a Elettra" presso la sede della Paolo Grassi; il tutto ripreso dagli allievi del corso di fotografia di scena dell’Accademia della Scala. Insomma, una giornata "esemplare" per dare un breve ma efficace saggio delle potenzialità di Milanoaccademie. Per spiegare che la capitale lombarda può scommettere su un filone che per troppo tempo ha messo in naftalina davanti alle promesse (quasi sempre vere) della sanità e a quelle (spesso più ingannevoli) dell’edilizia. Un filone innovativo e carico di orizzonti per lo sviluppo culturale, civile ed economico della città. Ma anche dell’intero paese.
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