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Unità-A Siena si allarga la protesta contro la Moratti

A Siena si allarga la protesta contro la Moratti Lezioni bloccate a Ingegneria e Scienze. A Lettere i ricercatori incrociano le braccia Augusto Mattioli SIENA A ingegneria tutti i d...

06/10/2004
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l'Unità

A Siena si allarga la protesta contro la Moratti

Lezioni bloccate a Ingegneria e Scienze. A Lettere i ricercatori incrociano le braccia

Augusto Mattioli

SIENA A ingegneria tutti i docenti hanno sospeso le lezioni. Così a Scienze. Mentre alla facoltà di Lettere e Filosofia è stata scelta una strada diversa: sono solo i ricercatori ad astenersi dalle lezioni. In altre facoltà la situazione è ancora fluida. Ma la protesta dei ricercatori contro il disegno di legge Moratti sull'università "che non colpisce solo noi, ma il suo ruolo nell'istruzione pubblica" come sottolineano i ricercatori, non sembra affatto esaurirsi.
Anzi potrebbero arrivare nuove iniziative per generalizzare la protesta. Ieri pomeriggio nell'aula magna storica dell'Università di Siena si è tenuta una lunga assemblea dei ricercatori con la partecipazione anche di studenti e di alcuni professori ordinari. La riunione è stata preceduta da un incontro che gli stessi ricercatori, hanno avuto, su sua richiesta, con il rettore dell'ateneo Piero Tosi, presidente della conferenza dei rettori delle università italiana. Secondo il quale, così hanno riferito all'assemblea i partecipanti all'incontro "il decreto Moratti non avrebbe la copertura finanziaria". E che il ministro si sarebbe impegnato a non fare nulla che ne acceleri l'iter dell'approvazione del disegno di legge in parlamento. Un aspetto, è stato sottolineato nel corso del dibattito, in contrasto con precedenti affermazioni dello stesso ministro che a metà settembre, nel corso di incontro con i presidenti e i membri della maggioranza delle commissioni cultura, aveva chiesto invece che il provvedimento fosse invece discusso e approvato in tempi brevi.
Dall'incontro sono venute idee, suggerimenti, proposte per rendere ancora più efficace l'attuale mobilitazione in corso. Partendo dalla creazione di un comitato d'azione che coordini tutte le attività delle facoltà che finora si sono mosse autonomamente. E tenga contatti con iniziative regionali, (il prossimo 22 ottobre si terrà una manifestazione a Firenze) e con quelle nazionali che potrebbero essere organizzate nelle prossime settimane vista la mobilitazione nei vari atenei. E della possibilità di creare un "tavolo tecnico" per studiare eventuali proposte di cambiamento del disegno di legge. Anche se in più di un intervento di ieri sera è emerso molto scetticismo su questo punto. È stato fatto notare in maniera molto critica, come il decreto Moratti sia del tutto inemendabile per la filosofia a cui si ispira: quella che punta ad una università simile ad un superliceo con la formazione superiore affidata a istituzioni private e, soprattutto, costose. E per questo precluse a chi non ha le possibilità finanziare per permettersele. Si è parlato ancora di astensione dalle lezioni , che certo non è pensabile i ricercatori possano continuare a tempo indeterminato. Di richiedere l'appoggio agli studenti, spiegando loro che una dequalificazione dell'università pubblica che si vede chiaramente nel disegno di legge Moratti interessa molto da vicino anche loro. Di riuscire a coinvolgere ai professori associati e ordinari. Inoltre si è sottolineata, nel caso di presentazione di proposte, l'importanza di avere come interlocutore l rettore Tosi anche per il suo ruolo di presidente della conferenza dei rettori italiani. In vari interventi è emersa più volte anche una proposta che potrebbe avere effetti di particolare interesse ed efficacia sotto l'aspetto mediatico. Quella della remissione del mandato della supplenza nelle mani del rettore. Qualcuno ha suggerito che i tutti docenti rispettino alla lettera le regole per quanto riguarda l'imsegnamento. "Facciamo quello che ci spetta e niente di più". Uno specie di sciopero bianco.


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