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Unione Sarda-Sindacati, studenti e genitori insieme in piazza denunciano: col nuovo sistema il Paese avrà meno cultura e più precariato

l'accusa Sindacati, studenti e genitori insieme in piazza denunciano: col nuovo sistema il Paese avrà meno cultura e più precariato Roma Due verità sulla riforma Moratti si sono ...

29/02/2004
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L'Unione Sarda

l'accusa
Sindacati, studenti e genitori insieme in piazza denunciano: col nuovo sistema il Paese avrà meno cultura e più precariato
Roma Due verità sulla riforma Moratti si sono scontrate ieri, a distanza, nella Capitale. In mattinata esponenti di punta di Forza Italia hanno animato in un albergo romano un'assemblea convocata per spiegare i meriti delle politiche scolastiche del Governo Berlusconi; nel pomeriggio Cgil, Cisl e Uil, confederali e di categoria, hanno portato in piazza centinaia di migliaia di persone per contestare quelle stesse politiche. Dal banco degli oratori dell'Hotel Parco dei Principi le argomentazioni di merito sul progetto Moratti si sono alternate con veementi critiche rivolte alla sinistra. Non a caso lo slogan della kermesse azzurra recitava: "La peggiore violenza è la menzogna. Basta bugie contro la riforma Moratti".
Forza ItaliaL'intervento di Sandro Bondi, coordinatore del partito, più degli altri, ha stigmatizzato l'uso della menzogna da parte dell'opposizione. "Hanno superato ogni limite di decenza" ha tuonato Bondi osservando che "il confronto si fa sulle proposte, sui contenuti e non su pregiudiziali ideologiche". Mario Mauro, responsabile scuola di Forza Italia, ha ricordato che mentre dall'85 al 2001 per la scuola non sono stati stanziati nuovi fondi, nei due anni di governo del centrodestra la spesa per l'istruzione è aumentata dell'11% circa. Ha quindi accusato la sinistra di rifiutare il dialogo: "Hanno scoperto la scuola a 100 giorni dalle elezioni". L'europarlamentare Antonio Tajani ha, invece, fatto notare come il progetto Moratti avvicini l'Italia all'Europa. Quindi le parole conclusive del sottosegretario all'Istruzione Valentina Aprea. Anche lei ha insistito sull'accento europeista della riforma. Ha quindi ribadito i punti di forza del progetto Moratti soffermandosi, tra le altre cose, sulla centralità attribuita al ruolo delle famiglie". "La maggioranza del Paese è con noi" hanno affermato con convinzione tutti i relatori e nessun timore per la manifestazione del pomeriggio. "Non abbiamo paura della piazza. la piazza è ben poca cosa" ha sintetizzato per tutti il senatore Franco Asciutti.
La protestaQuella che Forza Italia ha definito "ben poca cosa" si è mossa nel pomeriggio. Un colorato corteo (bandiere, palloncini e... ombrelli) partito da piazza della Repubblica ha sfilato per le vie del centro, sotto una pioggia battente e scrosci di grandine. Tra i manifestanti, arrivati da tutta Italia, sindacalisti ed esponenti delle forze di opposizione (hanno aderito alla protesta i Ds, Italia dei Valori, Prc, Comunisti italiani, Udeur e Verdi). Piazza del Popolo ha ospitato i comizi conclusivi. Hanno parlato rappresentanti dei genitori e degli insegnanti e soltanto alla fine hanno preso la parola i sindacalisti annunciando entro la fine di marzo uno sciopero generale della scuola. "Con questa riforma - ha osservato Massimo Di Menna - cambia il lavoro degli insegnanti nella scuola dell'infanzia, si riducono le ore di insegnamento di italiano, inglese, tecnica, con il sistema delle opzioni si trasforma la scuola in un supermarket dell'offerta formativa, non c'è nessuna certezza sugli organici. Ci sembrano ragioni sufficienti per protestare e con forza". "E ogni giorno che passa si accresce il patrimonio di buone ragioni per dire no a questa riforma" ha aggiunto Giuseppe Casadio, segretario confederale della Cgil secondo il quale "la legge 53 è il paradigma ideologico di una concezione competitiva di tutti i sistemi di relazione" così come la scuola pubblica targata Moratti "è svilente, irrealistica e moltiplica le difficoltà per i più deboli". "Quello di oggi - ha assicurato il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta, presente alla manifestazione nonostante una brutta influenza - è l'inizio di un percorso, nuovo, forte. Vogliamo cambiare l'agenda politica di questo Paese assegnando un posto particolare alla scuola. Siamo in tanti oggi nella determinata speranza che un futuro diverso e migliore per la nostra scuola è possibile". Un futuro migliore prospettato oggi sia dalla maggioranza sia dall'opposizione, ognuna con le proprie argomentazioni e le proprie cifre. C'è da giurare che i genitori non si accontenteranno delle parole spese dall'una e dall'altra parte e troveranno la loro verità constatando, giorno per giorno, quel che succede nelle scuole dei propri figli.


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