Unione sarda-scuole a rischio
Nella lista del ministero 132 possibili chiusure in Sardegna. Sindacati in rivolta: ora basta con i tagli Ecco l'elenco delle scuole a rischio Nel Nuorese sono in pericolo 50 istituti, 44 a Cag...
Nella lista del ministero 132 possibili chiusure in Sardegna. Sindacati in rivolta: ora basta con i tagli
Ecco l'elenco delle scuole a rischio
Nel Nuorese sono in pericolo 50 istituti, 44 a Cagliari
Come una mina. La lista delle scuole destinate a scomparire mette in allarme Cgil, Cisl e Uil che vogliono sapere tutto e subito. Che fine faranno i 132 istituti sardi che i consulenti di viale Trastevere vorrebbero cancellare con un tratto di penna?
Sono scuole (2000 in tutto) con un rapporto alunni-posti inferiore a 9,5: vuol dire che tra i banchi ci sono pochi studenti e che, forse, non è produttivo ed economico tenerle ancora aperte. Tra le province è Nuoro quella che perde di più: ben 50 scuole (superiori e primarie) rischiano di finire sotto la scure del governo. Cagliari la segue a ruota con 44 istituti in pericolo. Ma i tagli colpiranno anche Sassari (28) e Oristano (10).
La Cgil teme che la lista del governo sia in realtà una condanna a morte delle scuole meno frequentate; il ministero - avvisa - potrebbe eseguirla già quest'anno. Se così fosse sparirebbe, in un solo colpo, oltre il 30 per cento degli istituti, 61 scuole superiori (soprattutto nelle città più grandi) e 71 primarie (nei centri più piccoli). "La persistenza di questi istituti sottodimensionati è compensata a caro prezzo dalle restanti scuole sarde che hanno classi con un numero elevato di alunni - spiega il segretario della Cgil Peppino Loddo - il ministro si dimentica che gli oltre 220 mila studenti erano stipati l'anno scorso in appena 11.520 classi o sezioni. Quel che succederà è chiaro: nelle grandi città spariranno gli istituti superiori e per i nostri ragazzi andare a scuola sarà ancora più complicato, in un sistema su cui pesa un forte pendolarismo, la carenza di trasporti e strutture ricettive adeguate. Nei piccoli centri, invece, si mette a rischio soprattutto la scuola primaria e dell'infanzia, nei pochi paesi dove esiste".
Ieri un altro allarme, il giorno prima un altro ancora: i mille buchi nell'organico dei docenti, le supplenze nel caos, il blocco delle immissioni in ruolo, l'incertezza del sostegno agli alunni handicappati. Allarmi che stonano con i messaggi rassicuranti che giungono dalla direzione regionale scolastica, convinta che "l'inizio dell'anno sarà regolare" e che non ci sarà alcun problema né per gli alunni né per i docenti. Parole che non convincono i sindacati che, in attesa di essere convocati dal dirigente Armando Pietrella, cominciano a calcolare i danni della scuola, convinti che anche il 2002-2003 sarà caotico come gli anni precedenti. Perché non c'è solo la questione delle scuole a rischio: c'è la grana delle supplenze ("ancora tutta da verificare"), i mille 'buchi' nell'organico dei docenti (ben 700 per gli insegnanti di sostegno) e altri mille per il personale tecnico e amministrativo. Non solo: la metà delle scuole è senza dirigente scolastico perché non si fanno i concorsi. Quanto alla sperimentazione della riforma alle materne e alle elementari i sindacati non si rassegnano. "A noi interessa conoscere in particolare - dice il segretario della Cisl-scuola Pino Ciulu - i criteri adottati per la scelta delle dieci scuole sarde che verranno coinvolte: criteri che per noi devono essere della massima trasparenza per individuare le scuole che effettivamente abbiano i requisiti necessari per poter anticipare la riforma".
Sul sentiero di guerra ci sono anche i Cobas. "I dubbi sulla proposta Moratti rimangono - spiega Nicola Giua - l'intera faccenda della riforma è scandalosa sia per il merito che per il metodo. A tutto questo si aggiunge l'ombra di una sperimentazione comunque calata dall'alto all'improvviso e senza la dovuta informazione a insegnanti e famiglie, così come risulta sempre più chiara la volontà di continuare nella politica dei tagli alla scuola pubblica". Secondo Giua "al contrario di quanto dichiarato dal dirigente regionale non solo c'è confusione ma molte scuole sono assolutamente allo sbando poiché i tagli di organico, soprattutto verso i più deboli quali i portatori di handicap, e di risorse spesso non consentono di svolgere neppure l'attività didattica ordinaria". Proprio l'insegnamento di sostegno è quello più a rischio: l'anno scorso c'erano 3559 alunni portatori di handicap per 1662 docenti. "È vero che il numero dei docenti è stato poi corretto con un davvero consistente numero di posti provvisori in deroga - ricorda la Cgil - ma non dobbiamo dimenticare che ogni anno, non facendosi i corsi di specializzazione, quelle cattedre vengono affidate a insegnanti sforniti di titolo, compromettendo la stabilità del sostegno". L'anno scorso, infatti, rispetto all'organico di diritto assegnato dal ministero la Sardegna era riuscita a inserire di fatto nell'organico 700 docenti in più. "Il rischio - denuncia Ciulu - è che quei posti non vengano confermati. Tirando le somme la scuola rischia di perdere ben mille cattedre".
C.Ra.