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Unione Sarda-Scatta l'ora della disobbedienza didattica

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06/02/2005
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L'Unione Sarda

Carbonia Pagina 27
Riforma Moratti. Nuovo braccio di ferro tra le famiglie dei bambini e il dirigente del secondo circolo
Scatta l'ora della disobbedienza didattica
Entra nel vivo la protesta dei genitori: alunni in classe oltre l'orario d'uscita
Ore 16.30, la rivolta si fa in grembiulino e la riforma scolastica diventa un optional. Una sorta di "disobbedienza didattica" che sta mettendo contro il dirigente del secondo circolo Peppino La Rosa ai genitori e insegnanti, ben decisi a non applicare i dettami dell'indirizzo legislativo del ministro Letizia Moratti. Lo vanno ribadendo da mesi, lo hanno sancito pure avant'ieri a conclusione di un Consiglio di circolo che ha deliberato all'unanimità di opporsi all'applicazione della riforma introdotta dal preside. Risultato? I bambini che frequentano secondo il tempo pieno (in pratica la maggioranza) non escono da scuola alle 15,30 ma sono lasciati in aula dai genitori sino alle 16,30. Ovviamente in compagnia degli insegnanti i quali, nella quasi totalità, sostengono le famiglie in questa protesta che dura da ottobre. Allora perché adesso si replica? Perché il dirigente, a detta del Comitato dei genitori, avrebbe applicato la riforma a metà anno. Ciò avrebbe comportato la riduzione l'orario benché le famiglie fossero a conoscenza di un piano per l'offerta formativa che prevedeva un certo numero di ore di lezione. Cioè 30 per chi segue il tempo prolungato e 40 per il tempo pieno e non 27 più tre opzionali come esige la riforma. Ebbene, il tempo delle mediazioni pare proprio finito. Da una parte il preside conferma quanto espresso: "Sono costretto ad applicare la legge, non si tratta di una scelta personale ma del rispetto di una norma dello Stato", ha sempre ribadito il capo dell'istituto, il secondo circolo didattico che comprende circa 500 bambini fra scuole materne ed elementari. Dall'altra le famiglie che, pur non avendo scelto le ore opzionali, proseguono la lotta lasciando i figli in aula secondo l'orario del vecchio anno scolastico e soprattutto sulla base della vecchia offerta formativa. "Noi li lasceremo a scuola perché all'atto dell'iscrizione abbiamo firmato per le 40 ore ? accusa una mamma, Patrizia Bellisai ? ed è ingiusto dimezzare l'insegnamento". La prova tangibile della "ribellione" si ottiene alle 16,30: è questa l'ora in cui escono i bambini da scuola. "Quando ho iscritto mio figlio alle elementari ? precisa Daniela Atzeni ? avevo scelto il tempo pieno e soltanto dopo il preside ha voluto introdurre il nuovo orario, ma non si possono stravolgere i programmi a metà anno". Sino a quando proseguirà il braccio di ferro? "Se non avremo delle risposte diverse continueremo a fare modo nostro ? conclude Wanda Cutaia ? siamo nella legalità". Concetto ribadito anche da Carla Matteu, docente: "Se non cambia qualcosa ci riserviamo di portare la nostra battaglia nelle sedi opportune". L'idea del comitato, appoggiato anche dai sindacati, è di contattare il dirigente scolastico regionale Armando Pietrella e di preparare una serie di esposti. Ma, per il momento, la vertenza non è giunta a questo punto. Nel frattempo, le mamme che non hanno scelto le ore opzionali non hanno la minima intenzione di demordere. I bambini in aula ci resteranno sin a quando lo decideranno loro. Andrea Scano

05/02/2005
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