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Unione sarda-I Consigli regionali contro la riforma Moratti

La Gilda ai governatori: bastano cinque assemblee per poter indire il referendum I Consigli regionali contro la riforma Moratti Incertezza e confusione. Sono questi i severi giu...

22/09/2004
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L'Unione Sarda

La Gilda ai governatori: bastano cinque assemblee per poter indire il referendum
I Consigli regionali contro la riforma Moratti
Incertezza e confusione. Sono questi i severi giudizi delle organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil, Snals, Cobas, Gilda e Css) sull'anno scolastico appena iniziato. E che comincia "tra le tensioni e le preoccupazioni dei genitori e dei docenti per i problemi che sta creando la riforma Moratti". Per questo sono stati programmati momenti di confronto e discussione anche per informare le famiglie e i docenti.
Un'iniziativa in ogni città. Quasi uno slogan, quello delle associazioni e dei sindacati, per cercare di contrastare la riforma scritta dal ministro e che genitori e docenti "possono ancora, se vogliono, riprendersi il tempo scolastico che avevano, la pluralità degli insegnanti, una vera scuola d'infanzia, tutto il tempo che serve per le discipline. Lunedì sarà Cagliari ad ospitare l'incontro dibattito alle 17 nell'Istituto tecnico Giua di via Tigli a Pirri.
Intanto la Gilda nazionale degli insegnanti ha inviato una lettera ai presidenti delle Regioni perché appoggino il referendum per abrogare la riforma Moratti. L'appello è stato rivolto ai governatori perché "facciano da tramite con i consigli regionali per promuovere l'indizione della consultazione popolare". L'articolo 75 della costituzione, infatti - ricorda Gilda - dispone che i referendum possano essere indetti, oltre che con la presentazione di cinquecento mila firme di cittadini, anche con una richiesta di cinque Assemblee regionali".
La battaglia contro la riforma, insomma, si allarga a macchia d'olio. In Sardegna e nel resto della Penisola. La Gilda contesta in particolare la distinzione delle materie in facoltative e opzionali, l'introduzione di gerarchie tra docenti e l'abbandono della concezione della scuola come istituzione della Repubblica, in favore di una scuola "supermercato" deregolata e autoreferenziale.
La lettera inviata ai presidenti, si chiude con un invito a fermare la riforma che - secondo Gilda - determinerà, tra l'altro, "progressivo abbassamento qualitativo dei processi di apprendimento e di insegnamento". L'invito ai governatori ha l'obiettivo di richiamare alle proprie responsabilità la classe politica. Per Gilda, la scuola non può essere solo un problema di insegnanti e sindacati. (a. pi.)


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