Unione sarda-Gli insegnanti marciano verso lo sciopero
Scuola. Ieri al Giua affollata assemblea con seicento docenti, quasi tutti precari Gli insegnanti marciano verso lo sciopero Non siamo ancora allo sciopero, ma poco ci manca. Lo stato d...
Scuola.
Ieri al Giua affollata assemblea con seicento docenti, quasi tutti precari
Gli insegnanti marciano verso lo sciopero
Non siamo ancora allo sciopero, ma poco ci manca. Lo stato di agitazione degli insegnanti contro la riforma Moratti, che riordina il sistema scolastico, ha raggiunto la soglia della mobilitazione generale. I professori denunciano un anno scolastico iniziato col piede sbagliato: graduatorie dei supplenti pubblicate ma non ancora comunicate agli istituti e, soprattutto, caos sulle norme di applicazione della riforma. Per denunciare i malanni della scuola isolana, ieri mattina si sono dati appuntamento oltre seicento docenti, molti precari ma anche un gran numero di titolari di cattedre, convocati nell'aula magna dell'Istituto tecnico "Giua" dalle principali sigle sindacali. Una sala colma sino all'inverosimile e centinaia di volantini utilizzati come ventaglio per combattere l'afa, ma nessun insegnante ha abbandonato il posto di combattimento. Uno dopo l'altro hanno e denunciato le carenze e le disorganizzazioni di ciascuna scuola elementare, delle medie e dei tanti istituti superiori.
"Insegno in una scuola media da più di quindici anni", ha protestato un'insegnante di italiano, "quest'anno non sappiamo ancora come organizzarci. Il dirigente scolastico, o meglio il preside come ama farsi chiamare, sta provvedendo ora a nominare gli supplenti. Ma da quello che ci ha raccontato non avrebbe ancora ricevuto le graduatorie ufficiali e, tra qualche settimana, potrebbe essere costretto a disfare tutto e chiamare altri supplenti. Sapete tutti che effetto può avere nella didattica e nei ragazzi".
Presenti le principali rappresentanze sindacali della scuola. "Una partecipazione così numerosa non si vedeva da anni", ha spiegato Peppino Loddo, segretario regionale della Flc-Cgil, "gli insegnati non parlano di soldi o di contratto scaduto, ma dei rischi che la controriforma Moratti produce per la scuola pubblica. Con questa legge, il sistema scolastico torna indietro di sessant'anni: riduce il tempo per l'insegnamento, riduce il personale, gerarchizza i docenti e crea insegnanti di serie A e serie B, reintroduce il maestro unico nelle elementari e riporta la scuola per l'infanzia all'epoca dei vecchi asili nido".
Un unico fronte che, oltre alla Cgil, impegna la Cisl e la Uil Scuola, lo Snals, i Cobas, il GildA e il CSS. "Abbiamo anche un peggioramento dell'offerta formativa", ha denunciato Enrico Frau, della segreteria Cisl Scuola, "la riduzione dell'orario obbligatorio a 27 ore, di fatto, comporta una riduzione dell'offerta formativa. A poco serve dire che è possibile recuperare con l'orario facoltativo, perché non tutte le realtà sapranno organizzare gli orari alternativi. Inoltre, con un semplice decreto legge, viene sconvolto il contratto di lavoro nazionale dei docenti, eliminando la contrattazione".
Questa mattina la mobilitazione si sposterà a Quartu, nella scuola media di via Turati; domani, invece, sarà la volta di Carbonia. La settimana prossima, infine, il tour della mobilitazione toccherà Iglesias e Muravera. La protesta monta e tra gli insegnanti già si parla diffusamente di sciopero generale.