FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3785537
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unione sarda-Così si riporta in auge il vecchio Avviamento"

Unione sarda-Così si riporta in auge il vecchio Avviamento"

Scuola. Coro di no ai due nuovi decreti della riforma "Così si riporta in auge il vecchio Avviamento" "A scuola fino a 18 anni? Giusto. Ma non mi pare che la riforma dica questo. No...

28/05/2004
Decrease text size Increase text size
L'Unione Sarda

Scuola.
Coro di no ai due nuovi decreti della riforma
"Così si riporta in auge il vecchio Avviamento"
"A scuola fino a 18 anni? Giusto. Ma non mi pare che la riforma dica questo. Non mi pare che parli di obbligo di frequenza fino ai 18 anni. Dice che a 15 anni uno studente deve scegliere se frequentare un liceo, o sostituirlo con la formazione professionale....". Omar Sheata, V B, rappresentante di istituto del liceo scientifico Pacinotti, ha le idee chiare. E teme che questi due nuovi decreti attuativi della riforma "siano una fregatura: ancora una volta ci viene negata la possibilità di scegliere a ragion veduta il nostro destino".
Arrivati a fine maggio, nel momento più delicato per l'attività scolastica, i nuovi pilastri della Moratti stanno sollevando una levata di scudi tra studenti e docenti. "Già da adesso", afferma Anna Maria Sanna, direttrice didattica a Quartu, "i ragazzi devono scegliere tra licei e istruzione professionale. Ora si individua un terzo percorso, l'alternanza scuola-lavoro. Rispetto al quale la riforma attribuisce pari valore di credito alla frequenza positiva di qualsiasi canale: liceo, formazione professionale, alternanza scuola-lavoro, tutti uguali. Non mi pare sia così, nella realtà. Mi sembra evidente che si arriverà a stabilire due percorsi separati. Un po' come avveniva tra avviamento e scuola media. Credo che recuperare il meglio della riforma Berlinguer, l'istituzione di un biennio comune che consentisse a ragazzi di capire le loro inclinazioni, sarebbe stato eccezionale. Purtroppo non è stato così. E questa riforma a pezzetti sta a mio parere stravolgendo la scuola".
"Dalla legge di riforma traspare una grossa contraddizione", dice Giampiero Liori, preside dell'Agrario. "Mettiamo pure sia giusto un indirizzo piuttosto che un altro, liceo o formazione. Ma per come è fatto, passaggi e ravvedimenti sono impossibili. Se tuo figlio sceglie la formazione, e cambia idea, non potrà rientrare nel liceo tecnico. Il percorso è di anni differenti. E poi, era necessario introdurre l'alternanza scuola-lavoro? In molti istituti tecnici e professionali esperienze di stage soddisfacenti si stavano configurando in maniera organica. Questo nuovo decreto esaspererà un disorientamento già presente. Grazie all'obbligo formativo stanno proliferando centri privati di formazione che danno ai ragazzi buoni viaggio, mensa, qualifica, ma non garantiscono un lavoro".
Sotto accusa anche la sostituzione dell'obbligo con il diritto-dovere. "Sono preoccupata da questo cambio terminologico", afferma Marinella Maucioni, docente di storia e filosofia al Siotto. "Se parliamo di diritto e dovere, stiamo dicendo che si possono esercitare o no. Mi preoccupa anche che si parli di istruzione e formazione. Istruzione significa acquisire competenze che durano nel tempo, formazione implica una competenza da usare subito. Pensare che a 15 anni un ragazzo possa decidere per l'una o per l'altra è inquietante". Alberto Melis, maestro elementare e pedagogista: "L'eliminazione della parola obbligo è solo l'ennesimo maquillage linguistico che nasconde l'anima neoliberista della Moratti, e per interpretarla va coniugata con il provvedimento che intende regalare forza lavoro a costo zero alle industrie, ovvero quegli studenti che ancora adolescenti potranno cominciare a lavorare nelle aziende facendo finta che lavorare in una azienda sia far scuola. Il risultato sarà che verranno eliminati nel giro di poco tempo tutti gli istituti professionali, nei quali si riceveva comunque anche un'istruzione culturale generale - e che la fascia debole degli studenti finirà per ingrossare anzitempo il mercato del lavoro: credo che Don Milani si stia rivoltando nella tomba...". "Questi nuovi decreti mirano a distinguere tra studenti di serie A e di serie B. Con i più forti che arrivano al diploma e i più deboli che a 15 anni scelgono la formazione professionale, e mettono da parte i libri", commenta Matteo Meloni, rappresentante di istituto al Grazia Deledda. "Ci avevano promesso la scuola delle tre I, Impresa-Internet-Inglese, mi chiedo che cosa sarà della futura classe politica italiana". (mpm)


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL